La spogliarellista

Ottobre 27, 2002 in il Traspiratore da Redazione

PRIMO PIANO Lei, trafelata, raggiunge la porta di casa e con ansia tremante cerca quella giusta in mezzo ad un numero di chiavi tutte uguali, che sembrano aumentare e mischiarsi con il trascorrere dei secondi. Patty infila Lei ed entra, chiudendosi dietro la porta: le chiavi, abbandonate nella toppa all’esterno, vengono prontamente recuperate. La ragazza acquista lentamente freddezza e lucidità; il più è fatto, ora non resta che chiamare la polizia e denunciare quel porco che l’ha palpata per tutta la serata al Crazy Boy, il locale di spogliarelli dove lavora. [Per un po’ aveva consentito alle mani luride e sudate di carezzarle il seno, come il capo ”prega” a modo suo di fare per accontentare il più possibile il cliente.]

SECONDO PIANO Lui entra nell’androne dove poco prima aveva visto infilarsi la ragazza. L’edificio ha sette piani e due scale che separano pianerottoli da quattro appartamenti l’uno. Un’utopia anche il solo pensiero di ritrovare la spogliarellista. Il giovane esce, le strade poco trafficate, com’è facile immaginare alle quattro di un mercoledì mattina qualsiasi. Dopo pochi passi adocchia un bar aperto, a qualche metro dalla stazione dei treni. Entra e si prende un coca rum servitogli con il Bacardi, e non col più pregiato liquore cubano. Si siede su una panchina e ingurgita la bevanda.

TERZO PIANO Lei esce dal locale perché la sua performance è finita, s’incammina verso casa e subito si rende conto di essere seguita. Aumenta la velocità, cercando di non perdere la calma e il passo. Lui procede ubriaco chiamandola per nome, “Saby, Saby”, cioè quello che lei gli ha detto, e guadagna metri ad ogni passo, tant’è la brama di braccare la donna-preda. Patty comincia a correre, James anche. L’afferra con un acrobatico tuffo da rugbista. Nessuno vuole ascoltare le urla e, addirittura, alcune tapparelle sono abbassate. L’uomo, più forte, reso violento dall’alcol, le strappa i vestiti di dosso e le usa violenza. Patty è paralizzata, ma riesce lo stesso a liberarsi approfittando di uno svarione da ubriacatura del bastardo, che lo costringe a staccarsi per non vomitare sulla preda, che ora fugge senza mutande e con i piedi scalzi.

QUARTO ED ULTIMO PIANO Patty esce dalla doccia, si asciuga con delicatezza cercando di cancellare ogni traccia di quel che l’è accaduto. Si specchia e vede due occhi spenti, assenti. Come un automa, indossa la camicia da notte e si affaccia alla finestra. Sotto, quattro carabinieri aiutano James ad alzarsi: quattro giovani cadetti in libera uscita con la divisa indosso per baccagliarsi le ragazze. Lo accompagnano gentilmente vicino al taxi che gli hanno chiamato, pagano il tassista e salutano: lui ringrazia e s’addormenta all’istante.

Lei osserva il tutto con indifferenza, si avvicina al telefono, compone il numero della polizia e ritira la denuncia. “Mi scusi, è mia figlia che si diverte con questi stupidi scherzi: ma lei, piuttosto, non riconosce la voce di una bambina di quattro anni?”, e riattacca il ricevitore. Si sfila le ciabatte, alza le lenzuola e, come in trance, s’assopisce.

Il Traspiratore – Numero 39

di G. Ventura