La passione di Artemisia

Luglio 11, 2004 in Libri da Tiziana Fissore

Titolo: La passione di Artemisia
Autore: Susan Vreeland
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: € 15.50
Pagine: 317

…è meglio essere assetati di bellezza e comprenderla, che essere belli e basta

La passione di ArtemisiaLa vicenda inizia a Roma nel 1612 dove il pittore Orazio Gentileschi cita davanti al tribunale dell’Inquisizione l’amico Agostino Tassi per aver stuprato la figlia Artemisia Gentileschi, non tanto per il male subito da sua figlia quanto per il danno subito dalla sua pittura. L’esperienza del processo, con il relativo ed umiliante interrogatorio che mette in dubbio la sincerità della diciottenne Artemisia, il doversi sottomettere ad una visita medica nell’aula stessa sotto lo sguardo di tutti ed anche il tradimento del padre, un matrimonio ‘riparatore’ con un uomo del quale si innamora effettivamente ma dal quale subirà un ulteriore tradimento, recano una frattura nell’anima della ragazza che riverserà tutta la sua voglia d’amare, la sua passionalità nella pittura.

Artemisia dipingeva da quando era piccola e per lei era un modo di vivere in modo più intenso degli altri. Questa è una donna che osserva e riflette guardando le cose e le persone secondo una certa ottica. Apre così nuove prospettive con la sua pittura, quasi incoscientemente in quanto per lei il maestro era Caravaggio. E con la pittura si guadagna da vivere, si alleva da sola una figlia e diventa la prima donna ad essere ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze. Ma questo è solo il risultato di una lotta che avviene nell’intimo di questa donna nella ricerca di dimenticare le brutture e le torture subite in gioventù, torture fisiche e psicologiche. Ed il risultato è sublime sia per la donna che riuscirà a vincere le sue paure sia per la pittrice che riverserà sulle tele i colori e le espressioni più sfumate e più lucenti. I suoi personaggi non saranno altro che lei stessa a seconda di un certo periodo della sua vita: la sua Giuditta che uccide Oloferne è lei che uccide Agostino, la sua Susanna ed i vecchioni è lei fatta oggetto di turpi progetti ma la Lucrezia che si uccide ha un cambiamento di rotta, è una Lucrezia che ha un momento di dubbio e di ripensamento ed altro non è che lei che ormai non si suiciderebbe mai e poi mai per la vergogna ma anzi vuol fare sentire colpevoli coloro che osservano questa donna spinta al suicidio dall’ignoranza. Artemisia dunque ha vinto anche su questo e ci fa credere che la vita è ricca di spiritualità e passionalità, di dolori e di vittorie.

Anche se romanzata l’esistenza di questa donna ne esce vincitrice; è la vita vissuta al cento per cento, una vita di una donna che ha sempre difeso la sua dignità, una donna fuori del comune, molto più moderna delle donne del Seicento, certamente rivoluzionaria, non per niente diventata grande amica di Galileo, anche lui un ribelle convinto che nessuno può far tacere, anche quando va contro le idee della Chiesa.

Nel romanzo della Vreeland veniamo inoltre a conoscenza delle problematiche del Seicento; cito dal testo: “ …Galileo si trovava in angustie gravi. Io non potevo fare nulla. La mano nera dell’Inquisizione avrebbe comunque colpito dove voleva. E quando si fosse fermata, l’altra mano nera, la peste, era pronta a riversare i suoi orrori”.

Ne esce così un affresco notevole del periodo storico e della personalità della Gentileschi e viene messo in risalto il punto di vista ed il modo di vivere con coraggio la vita di questa pittrice che si fonde con la donna facendole dire, nelle ultime pagine:”Abbiamo avuto la possibilità di guadagnarci da vivere con ciò che amiamo. E vivere la pittura, come abbiamo fatto noi, significa vivere la passione e l’immaginazione e l’adorazione. Tutto quello che c’è di meglio nella vita-essere più vivi degli altri” ed ancora:”Ne accetto la sofferenza quanto la bellezza. Spero di morire felice di aver vissuto veramente”.

E’ decisamente bella questa Artemisia Gentileschi che ci fa capire a mai dare per scontato certi pregiudizi ma che tutto può essere messo in discussione grazie al connubio tra mente e cuore, passionalità e spiritualità, luci soffuse e luci intense, tutto lo spessore della vita racchiuso nei chiaroscuri, come nei suoi quadri, per trovare la parte nascosta degli altri ed in noi stessi.

di Tiziana Fissore