La geografia dell’universo

Febbraio 20, 2001 in Technology da Momy

Sino a pochi secoli fa, l’universo conosciuto era descritto dal sistema tolemaico, secondo il quale il cosmo era perfetto ed immutabile ed aveva il suo centro nella Terra. Nella storia del pensiero scientifico occidentale, questa teoria ha avuto un ruolo molto importante, legato in qualche modo alla filosofia e alla religione. Tanto è vero che la successiva teoria copernicana, che si basa su una concezione eliocentrica dell’universo, fu giudicata all’epoca addirittura blasfema. Galileo Galilei, uno dei maggiori sostenitori di questa teoria, in seguito alla pubblicazione del “Dialogo dei massimi sistemi”, venne convocato a Roma di fronte al Santo Uffizio, dove fu processato, riconosciuto colpevole, costretto ad abiurare e condannato al carcere a vita.

Solo fino a pochi decenni fa si credeva che la nostra Galassia costituisse l’intero cosmo e che tutte le stelle e le nebulose visibili ne facessero parte. Grazie alle sonde spaziali, al telescopio spaziale Hubble ed ai nuovi telescopi giganti a terra è stato scoperto che galassie simili alla nostra Via Lattea sono distribuite su scale di miliardi d’anni luce.

Oggi è quindi chiaro a tutti ormai come la Terra faccia parte di un sistema planetario, il quale a sua volta è parte della Via Lattea, la quale altro non è che una delle moltissime galassie presenti nell’Universo. Proprio come una Matrioska infinita: milioni e milioni di bamboline, una dentro l’altra, sempre più piccole, sempre più indefinite.

La Terra è solo un puntino invisibile, perso all’interno di un palloncino che continua ad espandersi, aumentando sia le proprie dimensioni, sia, almeno così recitano le ultime scoperte, il numero di oggetti in esso contenuti. Un piccolo colpo per la teoria del Big Bang: pare che alcune di queste galassie siano di recente formazione, ed altre abbiano un’età incompatibile con la “data di nascita” dell’Universo.

Il Big Bang fa risalire la nascita dell’universo a circa 15 miliardi di anni orsono, anzi, per la precisione, a 15 miliardi di anni e 10^(-43) secondi! Il punto di partenza? Una particella caratterizzata da una dimensione di 10^(-33) cm e da una temperatura di 10^32 gradi. Numeri infinitesimamente piccoli uniti a numeri infinitamente grandi per provare a spiegare l’origine delle origini!

Insomma, l’esplorazione dell’Universo è appena cominciata, per cui alcuni quesiti fondamentali sono ancora senza risposta. Come appare l’Universo oggi? Come si sono formate le galassie? Qual è l’origine delle enormi strutture che formano le galassie?

In compenso, con l’aiuto della grafica computerizzata, possiamo intraprendere un viaggio virtuale intergalattico, navigare tra le stelle e le nebulose fluttuando leggeri nell’orizzonte cosmico.

Relatrice della serata Margaret J. Geller, docente di astronomia all’Harvard University di Boston e senior scientist allo Smithsonian Astrophysical Observatory. Le sue mappe dell’Universo sono un punto di riferimento nel panorama scientifico internazionale.

Notevole anche il suo impegno nel campo della divulgazione della cultura scientifica; ha, infatti, curato due film sulla scienza: “Where the Galaxies Are” e “So Many Galaxies… So Little Time”.

La geografia dell’universo

Ciclo Giovedì Scienza

22 febbraio – ore 17.45

Teatro Colosseo – Torino

Ingresso gratuito

di Monica Mautino