Juve, Moggi e Giraudo strigliano la squadra

Aprile 4, 2001 in Sport da Roberto Grossi

Ventiquattro minuti di ritardo nell’ingresso sul terreno del Comunale per il consueto allenamento del martedì. Tanto è durato il faccia a faccia tra i giocatori e Carlo Ancelotti (presenti anche Luciano Moggi e Antonio Giraudo a rappresentare la dirigenza) dopo l’inopinato pareggio casalingo contro il Brescia, che ha quasi estromesso la Vecchia Signora dalla lotta per lo scudetto. Facile ricercare gli argomenti discussi nella tavola rotonda imbastita negli spogliatoi del vecchio stadio: dagli errori commessi contro le “rondinelle” di Mazzone, ai tanti motivi per continuare a credere che il campionato non sia ancora finito.

Anche perché di mezzo c’è un secondo posto da difendere dal prevedibile assalto della Lazio, una posizione che garantisce la qualificazione diretta alla prossima Champions League. Quindi la Juve non mollerà la presa e, se possibile, cercherà riscatto già dal prossimo turno, in quel di Verona, in uno stadio dove nel finale della passata stagione la sfiancata truppa bianconera raccolse soltanto sberleffi, tornando a casa a mani vuote e permettendo così proprio ai laziali di avvicinarla in classifica.

Tra tanti musi lunghi, a parlare con i giornalisti è stato ieri delegato Athirson, il quale domenica ha finalmente conosciuto l’onore dell’esordio nel campionato italiano, dopo quattro mesi trascorsi senza impegni ufficiali. Ancelotti gli ha concesso una ventina di minuti nel concitato finale di gara, preludio a qualcosa di ben più importante da qui al termine del campionato.

Il brasiliano, comunque, non si monta certo la testa: “Sono contento per aver esordito in una partita ufficiale, confessa Athirson. Purtroppo il risultato della Juve è stato negativo e questo mi dispiace. Sono comunque fiducioso, lo scudetto è ancora alla nostra portata e non ci dobbiamo arrendere. Qui non è facile conquistare una maglia da titolare, ma questo lo sapevo già prima di arrivare a Torino: seguivo la Juve in tv dal Brasile, avevo capito fin da allora che sarei approdato in una formazione zeppa di campioni ed in un campionato difficilissimo. Ma sono felice così, in Italia ho l’opportunità di migliorare professionalmente, se avessi voluto scegliere un torneo più facile sarei andato in Spagna. Per adesso quindi posso anche accontentarmi di essere solo una valida alternativa, ma dalla prossima stagione cercherò di guadagnarmi un posto”.

Capitolo infermeria: al momento l’unico indisponibile è Zinedine Zidane. Il francese è febbricitante, ma la sua presenza a Verona non dovrebbe essere in dubbio.

di Roberto Grossi