Juve batte Zeman

Dicembre 15, 2005 in Sport da Roberto Grossi

Un paio d’ore dopo la sentenza di assoluzione, da corso Galileo Ferraris va in onda lo sfogo, a lungo represso, di Antonio Giraudo e Riccardo Agricola. Dirigente e medico sociale tirano fuori la rabbia per la gogna mediatica sofferta a dismisura, e lo fanno da un pulpito che più adatto non si potrebbe: la ‘Sala dei trofei’ della società torinese. Perché il verdetto della Corte d’Appello vale più di una Champions League: mai visto i due juventini gioire cosi tanto come oggi, dopo aver udito le parole del Presidente Witzel. Giraudo è ancora un fiume in piena: Vorrei che fossero con noi Giovanni e Umberto Agnelli e l’avvocato Chiusano: loro hanno visto l’inizio della brutta avventura ma non possono oggi assaporare il trionfo della giustizia. Siamo stati offesi per anni in tutto il mondo a causa di un teorema giudiziario che i giudici hanno distrutto nel merito e nel diritto.

Un attimo di pausa, poi ancora: Chi ci ripagherà i gravi danni di immagine, la sofferenza nostra e delle nostre famiglie? Vedremo se chiedere un risarcimento danni: questa è una sentenza inattaccabile dalla Corte di Cassazione e durissima per chi ci ha accusato. E’ una vittoria in nome di quelle coppe e quegli scudetti che vedete di fronte a me e che qualcuno voleva mettere in dubbio. Zeman? Si legga bene la sentenza, tempo libero ne ha….

Dopo la stoccata al boemo tocca al medico togliersi i sassolini dalle scarpe: L’esperimento giudiziario nei miei confronti è miseramente fallito, così come il castello accusatorio. Ora sono felice anche se niente mi può ripagare dei 7 anni e 2 mesi di sofferenza che hanno coinvolto la mia persona, nel morale e nel fisico.

Si vede lontano un miglio che Agricola avrebbe molto da esternare: il luminare ‘punge’ verbalmente anche un giornalista che gli risponde per le rime e deve intervenire Giraudo a far da paciere. Poi l’amministratore delegato riattacca, confortato dalla sguardo della moglie e dal tifosissimo figlio juventino (entrato al Palagiustizia con la sciarpa bianconera al collo) che dal fondo della sala lo mangiano con gli occhi: Spero di non rivedere più Guariniello – conclude – perché non voglio più aver a che fare con le aule di tribunale. Oggi ha vinto la Juve e lo sport italiano: ho ricevuto attestati dai nostri vertici istituzionali e anche dal mondo politico. Il mio futuro? Non cambia niente. Spero comunque che si faccia piena luce anche su altri aspetti del calcio: parlo di passaporti e fideiussioni.

A Milano e Roma fischieranno le orecchie a qualcuno.

di Roberto Grossi