Istinto primordiale
Agosto 3, 2002 in Poesie da Redazione
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La tomba Sepolta da una coltre di pietre La tua foto guarda il buio In un armadio chiuso. Forse sta piangendo polvere di ruggine mentre vorrebbe ferire i miei occhi, rubare la mia mente sacrificata oramai a vagare alla ricerca del suo dolore. E mi basta il silenzio Di questo deserto Che nasconde il segreto Di un nuovo universo. In questo lago salato Di lacrime evaporate al sole La luna mi guarda sconfitto Parlandomi di ricordi Intrecciati dal vento. Rumori di pietre spaccate Da un urlo di dolore Fragori di spade Corpi straziati, ammassati Come pensieri che muoiono Scintillano armature Di guerrieri ubriachi Che spaccano l’aria Disperatamente Ciechi di rabbia Che esplode come colpi di luce. Quanto è costato il frutto del peccato Quanto vorrei Trovarti nella folla E nel mare di parole Ucciderti. [Francesco] |
[La terza puntata di Art Poetry ospita nuovamente Daniela Allosio, una delle più poliedriche artiste torinesi, ma con una veste ed un ruolo invertiti. Se la scorsa volta il suo ‘Sono un uscio sbattente…’ era stato illustrato da Luciana Penna, adesso è lei ad aver selezionato una poesia tra quelle che quotidianamente pervengono a Traspi.net. La scelta di Daniela è caduta su di una straziante creatura di Francesco, ‘La tomba’.
Il mezzo utilizzato per illustrare la poesia è altamente innovativo: un video d’artista, molto particolare e policoromo. Ve ne proponiamo la visualizzazione in tre differenti formati, con diverse risoluzioni. (la redazione)]
La dannata medicina di Daniela Allosio
Ciao. Mi chiamo Segno.
Daniela Allosio mi concepì intorno agli anni Ottanta per volontà di andare oltre la superficie del quadro. Fui per lei un bisogno fisico, una gestualità apparentemente salvifica. In principio m’impiegava sopra il colore. Poi maturò il desiderio di creare una personale pitto-scultura. E mi sposai con il colore, e, fuso con lui, divenni manifestazione dell’inconscio graffiato, lacerato.
Diedi vita a delle forme, “una radura” le definiva la mia artista, “una radura ove riposare lo spirito stanco delle sue imprevedibili, rabbiose esplosioni cromo-incisive e ove trarre ispirazione per evolvere verso nuove plasticità”. Mi tramutai prima in prospettiva virtuosistica, poi in eruzione corporale di stampo erotico e primordiale.
Sfogo naturale inconsapevolmente volto a tramutarsi in vortici annientativi di materia, passaggi di stato, sfinimento per la mia stessa creatrice. Medicina e allo stesso tempo dannazione. Infine divenni alchemico, simbolico, pur sempre caotico, perché lei mi fa vivere per istinto. Istinto primordiale, doloroso, liberatorio, ovunque.
Daniela Allosio: riferimenti biografici
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di Barbara Cantoia