In trattoria con i Lou Dalfin

Febbraio 17, 2002 in Musica da Redazione

25403Metti una sera a cena con Sergio Berardo dei Lou Dalfin. Il leader del gruppo occitano più famoso d’Italia accetta l’intervista per Traspi.net ad una sola condizione: poter chiacchierare in trattoria davanti ad un piatto di pasta fumante ed un buon bicchiere di vino. E come rifiutare?!

Come sono nati i Lou Dalfin e perché il vostro suono mescola gli strumenti tradizionali a quelli del rock?

E’ una storia ormai talmente lunga che fatico a ricordare l’inizio. Comunque Lou Dalfin significa Il Delfinato e come progetto si propone di far vivere la tradizione delle valli occitane. Una terra ricca di iniziative, dove è normale vedere i ragazzi prendere in mano la fisarmonica e gli strumenti antichi per formare dei gruppi.

Quello che ci distingue dagli altri è che noi, aggiungendo chitarra elettrica e batteria, abbiamo inventato un suono. Adesso tutti ci vengono dietro e va bene così.

Io purtroppo ricevo molte critiche dai puristi, gente che pensa solo a difendere la tradizione senza innovare nulla. Quando s’inizia a difendere una cultura senza accettare il confronto con il presente significa che quella cultura sta morendo.

25404(1)In futuro i Lou Dalfin useranno mai l’elettronica?

Non credo. Non riuscirei mai a fare un concerto con una base elettronica. Ho bisogno di altri ritmi, sul palco devo poter correre e rallentare all’improvviso, come mi ispira il momento.

Il vostro sito internet accenna al progetto ‘Spazio occitano’. Di cosa si tratta?

Spazio occitano è un luogo di incontro e di confronto in divenire che fisicamente al momento trova sede a Dronero, nel cuneese. Il progetto cui stiamo dedicandoci in questo momento il fisarmonicista Dino Tron ed io si chiama Paratge, cioè pari, paritario. Un vero e proprio progetto politico locale per dare ancor maggiore visibilità agli occitani.

Paratge può essere un veicolo alternativo alla musica per dare peso alla nostra cultura.

Dopo tanti anni ti diverti ancora sul palco?

Molto. Garantisco che il giorno stesso in cui mi accorgerò di non divertirmi più a suonare in giro smetterò e aprirò un bar, oppure proverò a fare il giocoliere.

Sergio Berardo ride sotto i baffi e leva il calice per brindare. Lou Dalfin dunque non è solo musica, ma tradizione, cultura, vita. Brindiamo all’Occitania.

di Luca Stra