In Cambogia tra salesiani e bambini adottati a distanza

Agosto 10, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Roberto Panetto, missionario salesiano, è stato recentemente a Torino presso i locali dell’Associazione “Mago Sales” (via Paisiello 44), dove ha tenuto una relazione sulla situazione delle adozioni in Cambogia. Roberto, missionario da oltre vent’anni in terra cambogiana, è impegnato nell’ambito di un progetto che ha preso il nome di “Don Bosco Children Fund”. Questo programma, che ha come padre referente don Silvio Mantelli, sta aiutando più di 2.500 tra bambini e bambine, di cui circa millecinquecento fanno parte della comunità “Don Bosco Phnom Penh”. La situazione dei minori nel sud-est asiatico è spesso drammatica: molti di loro sono abbandonati e vagabondano per le strade delle città, mentre altri sono costretti prematuramente a lavorare nelle case e nelle campagne. Ad essere particolarmente colpite sono le bambine, spesso costrette ad assistere i fratellini più piccoli.

Parte integrante del progetto dei salesiani è l’iniziativa denominata “adozione a distanza”, che si rivolge a ricercare uno sponsor per ogni bambino, in modo da aiutare con una somma particolarmente modesta (30 mila lire mensili) un bimbo in età scolare, vale a dire di età compresa tra i 6 e i 12 anni. I ragazzini che vengono aiutati sono spesso orfani o hanno genitori handicappati o malati, mentre altri fanno parte di famiglie povere e numerose. Il progetto “adozioni” consente di assisterli, pur facendoli rimanere nelle loro famiglie e permettendo loro di frequentare scuole governative, piuttosto vicine alle abitazioni.

Nell’ambito del programma “adozioni a distanza”, il primo passo da compiere è rappresentato dall’identificazione dei bambini bisognosi, ricercati da persone responsabili che lavorano ormai a tempo pieno nell’organizzazione e che, percorrendo le vie delle città, si avvicinano proprio a quei ragazzini che raccolgono rifiuti da riciclare o chiedono l’elemosina lungo i mercati. Una volta individuato il bambino e localizzata la famiglia, se questa risulta disposta a collaborare all’iniziativa, si garantisce, attraverso l’adozione a distanza, che il bambino venga mandato a scuola regolarmente. L’aiuto finanziario ricevuto va tutto a beneficio dei suoi studi, a partire dall’acquisto dell’occorrente per la scuola. La distribuzione del sussidio avviene in data prestabilita, di solito nelle stesse scuole, dove ogni bambino si presenta con la foto-tessera preparata dal Don Bosco Children Fund.

Altra importante iniziativa è quella di fornire ad ogni bambino alcuni strumenti utili per la casa, come il sapone, il detersivo, il vestiario, il cibo e una somma in denaro equivalente a 4-5 dollari, destinata alle spese giornaliere dei piccoli assistiti. Questo aiuto deve, comunque, corrispondere a un impegno costante da parte della famiglia e del bambino, che deve recarsi a scuola regolarmente; in caso contrario l’aiuto economico viene immediatamente sospeso. Nell’ambito delle scuole elementari viene richiesto ai bambini di superare gli esami annuali prima della chiusura delle scuole, offrendo loro anche l’opportunità di un recupero a ottobre.

Un’altra significativa iniziativa, che fa parte del programma e che la Fondazione don Bosco della Cambogia si è prefissata di sviluppare, è quella rivolta alla scolarizzazione. Roberto Panetto la sta promuovendo attraverso la formazione di insegnanti che possano lavorare accanto ai bambini in età scolare, nelle scuole cosiddette “primarie”. Ad essere aiutati nel campo dell’istruzione sono principalmente i bambini del cosiddetto “Children Fund”.

Il percorso formativo previsto non è solo quello di base; infatti, anche attraverso un progetto che ha portato alla costruzione di quattro istituti tecnici ben attrezzati, migliaia di studenti ricevono un’educazione professionale che consente loro di trovare poi un buon posto e inserirsi nella vita lavorativa, contribuendo allo sviluppo del Paese. Le scuole tecniche don Bosco, giunte ormai al sesto anno d’attività, comprendono ben 434 studenti, di cui l’80% sono orfani di uno o entrambi i genitori. In queste scuole i ragazzi ricevono un’educazione gratuita, il pranzo e l’assistenza sanitaria; è contemplato inoltre qualche aiuto aggiuntivo nei confronti dei più bisognosi. Nel corso dell’ultimo anno scolastico sono stati più di duemila i ragazzi che hanno chiesto alla Don Bosco Foundation della Cambogia la possibilità di studiare; di questi ben 240 sono stati accolti. Il primo programma di aggiornamento degli insegnanti ha preso il via con almeno cinquanta ex alunni della scuola tecnica; il corso, serale, avrà durata triennale e qualificherà i giovani come istruttori tecnici.

Il progetto Don Bosco Children Fund non si limita, come detto, alla formazione delle persone, ma provvede anche alla realizzazione delle strutture scolastiche. Nella scuola elementare del villaggio di Kontuyvay, nella provincia di Svay Rieng, è stata da poco terminata la costruzione di sei nuove classi. Una scuola è stata ricostruita nel villaggio di Deum Rus, nella provincia di Kandal, sulle ceneri di una precedente, piuttosto grande, ma molto fatiscente. Ora è in fase di progettazione la costruzione di una scuola agraria nella seconda città della Cambogia, Battambang, dove la stessa autorità provinciale ha donato ben sette ettari di terra a questo scopo.

Il Traspiratore – Numero 31-32

di M. Martellotta