Il Toro riparte tra gli insulti

Ottobre 2, 2002 in Sport da Giovanni Rolle

Primo allenamento settimanale carico di tensione ieri pomeriggio per il Torino. Ad Orbassano erano presenti circa un centinatio di tifosi, in maggioranza anziani ma c’erano anche dei giovani, fra cui alcuni ultrà, i quali hanno seguito la ripresa degli allenamenti sotto lo sguardo di alcuni agenti in borghese.

Tuttavia, nonostante si temesse una nuova contestazione dopo il brusco faccia a faccia fra squadra e tifosi della scorsa domenica sera, la seduta si è svolta senza nessuna intemperanza da parte degli spettatori, i quali si sono limitati a rivolgere individualmente a alcune invettive all’indirizzo dei giocatori: “Andate a lavorare” e “Merde” gli insulti più gettonati. L’ira dei tifosi non ha risparmiato neppure Camolese, il quale è stato invitato ad “usare la frusta” nei confronti dei giocatori. La presenza dei carabinieri ha comunque evitato nuovi contatti pericolosi.

Il tecnico granata non intende tuttavia gettare la spugna, nonostante i zero punti in classifica e le voci di un imminente licenziamento, in caso di una nuova sconfitta nel match di domenica prossima a San Siro contro il Milan. “In questi due anni abbiamo attraversato delle situazioni anche peggiori – ha detto ieri Camolese prima di dirigere l’allenamento – e per questo, siamo consapevoli che l’unico modo per uscire dalla crisi è il lavoro”.

Tra i motivi che hanno determinato la debacle di Modena Camolese esclude tuttavia lo scarso impegno da parte dei giocatori, che secondo Cimminelli sarebbero scesi in campo senza lo spirito e la concentrazione giusti: “La concentrazione e lo spirito sono concetti astratti. Preferisco analizzare le ragioni concrete, a cominciare dagli infortuni di Vergassola e Conticchio, che hanno colpito un settore dove già non c’è una grande abbondanza. Inoltre, per qualche giocatore può essere un problema disputare due partite nel giro di tre giorni, come nel caso di Lucarelli, giocatore reduce da un infortunio. Per questo, mi interessa prima di tutto recuperare l’organico al completo. Inoltre, buttare il cuore oltre l’ostacolo a volte finisce con l’essere controproducente, come è avvenuto nel secondo tempo di Modena, dove la squadra ha messo in campo fin troppo spirito, giocando d’istinto, senza raziocinio.

Anziché‚ far girare la palla, ci siamo affidati soprattutto a degli sterili lanci lunghi per gli attaccanti, che sono finiti inevitabilmente con il favorire la difesa gialloblù, che era molto chiusa. Un aspetto che non mi è piaciuto e che ho fatto presente ai giocatori, a prescindere dalla sfortuna in occasione del palo colpito da Ferrante nel finale”. Infine, Camolese dichiara di non sentirsi abbandonato dalla società, alla quale lancia tuttavia un messaggio sibillino: “In questo inizio di campionato abbiamo gi… avuto due incontri ravvicinati con i tifosi che Romero ha definito cordiali e costruttivi. Tuttavia a quegli incontri c’eravamo solo io e i giocatori, mentre forse sarebbe stato meglio che ci fosse stato anche qualcuno della società.

Comunque, con Cimminelli ho sempre avuto un rapporto schietto. Dopo la partita di Modena non ci siamo sentiti, tuttavia mi ha sempre detto che quando voglio posso chiamarlo e lo stesso vale per me nei suoi confronti. Se mi sento lasciato solo? Lunedì sera, dopo aver lavorato, rivedendo la cassetta della partita con il Modena, ho festeggiato i settant’anni di mia madre insieme alla mia famiglia che è sempre stata la mia forza”.

di Giovanni Rolle