Il Signore e le Torri

Gennaio 10, 2003 in Cinema da Redazione

33049(1)

La prima tentazione che viene vedendo “Il Signore degli anelli: le due torri” è di paragonarlo mentalmente a “Il Signore degli anelli: la compagnia dell’anello”. Questo è un errore, bisogna saperlo da subito. Ci troviamo infatti davanti ad un sequel ben anomalo nella storia del cinema, perché ‘Le due Torri’ è in effetti ‘La Compagnia dell’Anello’. Un solo film per tecnica, tempi di realizzazione, storia, qualità del prodotto!

Con George Lucas che tornava a Guerre Stellari dopo vent’anni dalla prima trilogia (comunque realizzata in momenti diversi, registi diversi e con migliorie tecniche apprezzabili lungo i tre episodi) pensavamo di averle viste tutte. Una trilogia che segue la trilogia… ma che ne è il preludio. L’artificio si è reso necessario per il lungo tempo intercorso dalla prima realizzazione (ve lo vedete, voi, un Ian Solo in pensione che ritorna alla cloche del suo Millennium Falcon per aiutare l’incanutito Skywalker a far crescere la democrazia nella galassia?) e grazie alla lungimiranza di vedere i vari film come capitoli di un romanzo interstellare, non raccontato però per intiero.

Jackson, con la sua visione faraonica della trasposizione dell’opera di Tolkien, ha apportato ancora qualche novità al genere spesso tartassato di critiche dei sequel cinematografici. Tre film strettamente legati l’uno all’altro, fusi in un unico continuum narrativo e ben amalgamati a livello di fotografia (non ci sono differenze qualitative nei colori, nelle scenografie, nella tecnica di ripresa, nei costumi). Ciò porta dei pro e dei contro, ma bisogna subito rendere atto al regista, Peter Jackson appunto, di aver risolto in modo intelligente alcuni punti negativi.

Partiamo dai punti negativi. Chi non ha visto il primo episodio rischia veramente di perdersi molto di questo “Signore degli anelli”. Personaggi gettati nella mischia senza troppi preamboli, razze che compaiono e scompaiono. I nomi inventati da Tolkien complicano l’impresa a chi cerchi di seguire le vicende. Per pareggiare i conti tra gli spettatori che già hanno visto il primo film e quelli che non l’hanno fatto, i realizzatori hanno deciso di far comparire i nuovi personaggi alla stessa maniera, senza presentazioni, così tutti hanno gli stessi handicap alla partenza! L’altro punto negativo è la lunghezza di questo nuovo episodio, di nuovo ben oltre le due ore, cosa che a qualcuno potrà comparire indigesta. Per finire, e proprio per cercare il pelo nell’uovo, alcuni effetti speciali realizzati al computer non sono impeccabili, verrebbe quasi da tacciarli di grossolaneria, se non fossero comunque degli sforzi realizzativi hollywoodiani.

Assolutamente innovativo invece l’incipit del film. Come riprendere i fili narrativi in modo intelligibile per i neofiti e non stucchevole per i veterani? Ecco la ricetta Jackson: approfondendo le vicende lasciate in sospeso nel primo capitolo. E poi via, con la compagnia che si discioglie in tre gruppi e le nuove avventure dei sette superstiti. Nuove razze, nuovi amici, vecchi pericoli e ritorni inattesi (nel bene e nel male). Fino ai 45 minuti finali. Sembra si tratti della più lunga battaglia rappresentata sul grande schermo. In realtà vedendola, non c’è modo di accorgersene, essendo scorrevole e inframmezzata dall’avventura degli altri personaggi.

Ancora un appunto per quanto riguarda il titolo. Mai chiaramente si fa cenno a «due torri». Solo grazie ad un artificio realizzativo, Jackson fa intravedere cosa e quali siano i due mastioni: sorvolando una mappa con la telecamera e grazie alle spiegazioni dei personaggi, si percepisce la presenza di due torri (una veramente esistente, l’altra un po’ più esoterica).

Un bel film, tanto quanto il primo. Ciò vuol dire che se avete amato quello, amerete anche questo. Se non l’avete trovato di vostro gusto, non riponete in questo speranze di riscatto e di novità. Un po’ meno giocoso ed ilare del primo (non troverete villaggi di hobbit in festa o valli incantate abitate da pacifici elfi) ma non esente da ironie (il nano si consacra ad essere il giullare del gruppo), “Il Signore degli anelli: le due torri” vi conquisterà per l’evoluzione dei personaggi, mai stereotipati nel bene e nel male, grazie al meccanismo di corruzione dell’anello ed all’attenzione creativa di J.R.R. Tolkien. Un solo consiglio che potrebbe rivelarsi utile: rinfrescatevi i ricordi e rituffati nell’atmosfera affittando in dvd o vhs il primo episodio, prima di recarvi nella buia sala.

di Diego DID Cirio