Il ratto dal serraglio

Maggio 2, 2006 in Spettacoli da Stefano Mola

ANNULLATA LA PRIMA

La prima de Il ratto dal serraglio che si sarebbe dovuta tenere Venerdì 5 Maggio è stata annullata a causa della dichiarazione di sciopero indetto in data odierna dalle segreterie dei sindacati SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e FIALS-CISAL e dalle Rappresentanze Unitarie dei Lavoratori.

I biglietti e i ratei di abbonamento per lo spettacolo saranno rimborsati alla Biglietteria del Teatro da martedì 9 a mercoledì 17 maggio.

Biglietteria del Teatro Regio, Piazza Castello 215

Tel. 011.8815.241/242

(orario di apertura: da martedì a venerdì dalle 10.30 alle 18; sabato dalle 10.30 alle 16)

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www.teatroregio.torino.it

L’EVENTO

HaremDie Entführung aus dem Serail ovvero, Il ratto dal serraglio, singspiel in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart. Si tratta di una nuovo allestimento: la regia è affidata a Davide Livermore. Le scene e i costumi sono rispettivamente di Santi Centineo e Giusi Giustino. Di Livermore nel recente passato abbiamo avuto modo di seguire due spettacoli: il Billy Budd al Regio nel 2004 e L’impresario della Smirne, nel 2005 al Carignano. Entrambi ci hanno decisamente entusiasmato per l’originalità delle scelte, originalità che non ci è parsa mai sconfinare nell’épater le bourgeois fine a se stesso, o nello sterile cerebralismo. La cosa che ci ha colpito è l’estrema funzionalità delle scelte scenografiche e registiche, pienamente asservite al testo. Per questi motivi, siamo assai curiosi di vedere che cosa ha combinato per Mozart (una curiosità: pare che non siamo i soli a idolatrare Livermore: fatevi un giro in questo blog).

Cosa possiamo anticipare? Innanzi tutto, vi rimandiamo all’intervista che Laura Brucalassi ha fatto per il sempre ottimo Sistema Musica. Da cui si evince che la scelta è questa: siccome al tempo del Ratto lo spauracchio turco era sbiadito da quasi un secolo (l’assedio di Vienna è del 1683, la prima del Ratto è nel luglio del 1782) e restavano ormai solo le turcherie (grancassa, triangolo e ottavino in orchestra), ovvero il folklore presunto di un generico altrove, ecco che il Ratto dal serraglio di Livermore atterrerà su un altro pianeta: l’altrove oggi per noi non è certo la Turchia, dove si può arrivare con poche centinaia di euro, ma piuttosto la luna o un altro pianeta: sarà lì che ambienteremo l’azione. All’epoca di Mozart, d’altra parte, la Turchia era un altro pianeta!.

Elisabeth VidalDopo questo excursus lunghissimo sulla regia, torniamo un attimo alla musica, ovvero a chi la farà, sul podio e sulla scena. La bacchetta sarà affidata a un giovanissimo (appena trentenne) ed assolutamente emergente direttore di origine ceca: Tomas Netopil (date un’occhiata alle recensioni presenti nel link per avere un’idea del successo che sta riscuotendo). Nel ruolo di Kostanze si calerà la soprano ucraina Viktoria Loukianetz. Cediamo la parola a Zeffirelli, che ha detto di lei: Ho fatto tre vere esperienze della Traviata: la Callas, la Stratas e questa… (dichiarazione rilasciata dopo il debutto di Viktoria al Met). Belmonte avrà invece la voce di Roberto Saccà, considerato uno dei maggiori tenori mozartiani del momento. Blonde sarà interpretata dall’affascinante soprano francese Elisabeth Vidal. A completare il quintetto dei personaggi principali, Jörg Schneider (Pedrillo) e Manfred Hemm (Osmin). Maestro del coro, Claudio Marino Moretti.

TROPPE, TROPPE NOTE CARO MOZART

Giuseppe II… disse l’imperatore Giuseppe II. E Mozart, secondo la leggenda, replicò: ci sono tutte quelle che servono, maestà (episodio presente anche in Amadeus). Che sia vero o meno, poco importa, ormai è parte del mito mozartiano. Eppure, secondo alcuni, sarebbe stato proprio l’imperatore stesso a suggerire a Mozart il tema. Erano i tempi in cui si stava negoziando un accordo segreto tra l’Austria e la Russia per togliere di torno l’impero ottomano. Perché allora non avere sulla scena, nell’imminenza della visita da parte del Gran Duca di Russia, qualcosa che facesse un po’ di propaganda? (si veda al proposito il bel sito Mozart Project).

Ma di questo ancora una volta, parliamo solo per curiosità. Il Ratto è in realtà una storia politicamente innocua: l nobile Belmonte scopre che l’amata Kostanze è prigioniera nel palazzo del pascià Selim insieme alla cameriera Blonde e al proprio servitore Pedrillo. Osmin, guardiano della reggia, impedisce a Belmonte di entrarvi, ma questi riesce a farsi accettare come architetto. Mentre Kostanze rifiuta di concedersi al pascià e altrettanto fa Blonde con Osmin, Belmonte e Pedrillo organizzano la fuga con le rispettive compagne, ma vengono uditi e colti in flagrante. Arrestati e condotti davanti a Selim, nello stupore generale le due coppie ottengono dal reggente turco il perdono: è meglio far del bene a chi ti ha fatto del male piuttosto che fare ancora del male per vendicarsi è la morale espressa dal pascià. Trionfo della saggezza e del vero amore. Per completare giudizio e analisi, occorre come sempre vedere lo spettacolo. Aspettiamo Livermore, dunque.

di Stefano Mola