Il progetto Coffee Roots secondo Lavazza

Luglio 30, 2007 in Arte da Redazione

Dietro una tazzina di caffè si celano tante storie, tanti percorsi, che spesso non sono conosciute dai consumatori ordinari. Il più delle volte il risultato finale racconta un viaggio in terre lontane, costruito passo dopo passo, dalla semina alla raccolta, dalla tostatura al taglio. Ognuno di questi passaggi è un pezzo di storia dell’umanità e della tecnologia, del costante tentativo di mantenere intatto il sapore e il profumo di un prodotto complesso come il caffè.

Il viaggio antropologico si alterna in questo modo alla costruzione di un prodotto. La ricerca dell’origine si abbina alla volontà di garantire un risultato controllato sin dalla fonte, e tutte concorrono nel costruire l’esperienza che sta alla base della produzione del caffè. È in questa direzione che si è mossa la Lavazza con il suo progetto Coffee Roots, che è diventato anche un libro.

Ma il percorso del caffè non è solo geografico o antropologico, ma storico. Il suo utilizzo ha da sempre rappresentato un rito intorno al quale nascono leggende e racconti e grazie al quale tradizioni e segreti si tramandano.

Come la cerimonia del gelsomino tunisina di Sibi Bou Said, il sacro caffè Bamba del Senegal, il “Vino Nero del Profeta” nello Yemen o la formula di ringraziamento “Daimé” (per sempre) per una tazzina di caffè in Siria. E ancora, un percorso che porta ai Dervisici Sufi che fecero diventare il caffè mistico parte integrante della loro liturgia, o un incontro con il Saray Coffee alla corte dei Sultani, dove le Kahveci usta, donne di corte, venivano appositamente formate per servire il caffè durante le visite del sultano. Sono nomi bellissimi ed esotici, che ben rievocano i luoghi e i tempi dove il caffè è nato.

Dicevamo un libro. La Lavazza ha trasformato questo viaggio in un vero e proprio reportage con foto, testimonianze, immagini, raccolte in mesi di ricerche e confronti. Grazie al contributo di professionisti come Vittorio Castellani, giornalista gastronomade, che ha raccolto notizie originali ed inedite, e Guia Besana, Fabrizio Esposito, Andrea Guermani, fotografi, il libro è riuscito a ricostruire l’evento come fosse magia. Il volume è pubblicato dalle Edizioni Gribaudo e vuole raccontare tutto questo: una rotta come gli avventurieri di un tempo, la molteplicità dei luoghi e delle usanze, ma soprattutto le affinità comuni attraverso un unico gesto. Quello della preparazione e della consumazione di una tazza di caffè.

Così commenta Giuseppe Lavazza: “Il caffè è un rito, un modo per comunicare, un piacere. Intorno ad un chicco di caffè si possono trovare i volti del mondo. Perché introno al caffè è bello raccontare ed ascoltare delle storie. Ed è bello vedere riflesse quelle facce che la storia ce l’hanno addosso”.

di Davide Greco