Il primo giorno di G8 in Italia

Luglio 12, 2009 in Medley da Pierluigi Capra

i capi di stato a lI temi su cui si sono concentrati i grandi della Terra riuniti nel vertice di lavoro della prima giornata, di mercoledì 8 Luglio 2009, all’Aquila, sono stati: la crisi economica internazionale e la lotta ai cambiamenti climatici.

I leader del G8 hanno raggiunto una posizione comune sul tema dei cambiamenti climatici per la riduzione dell’emissione di anidride carbonica e si presenteranno uniti davanti alle economie emergenti per arrivare ad un impegno che tutti dovranno assumere. La data di ingresso in vigore dell’accordo è ancora in discussione.

Il G8 ha compiuto passi avanti anche verso la definizione di un sistema condiviso di regole per l’economia globale. Cammino che verrà portato avanti dal G20 di Pittsburgh.

In Economia.

No al Protezionismo, Regolamentazione fiscale e lotta per il rientro dei capitali dai paradisi fiscali. Forte spinta per l’adozione del “Global Standard” vale a dire una condivisione di regole comuni per regolamentare il mercato economico globale. Nel tempo, con tappe intermedie e accordi graduali, ma con obiettivi e direzione di marcia ben precisa allo scopo di affrontare, meglio che in passato, le ciclicità proprie dell’economia di mercato.

Anche se queste iniziative possono apparire teoriche e velleitarie, occorre comunque sostenerle. Il mercato economico è globale e da esso dipende il mostro benessere. Le sovranità oggi sono prevalentemente nazionali, ma gli interessi e le ripercussioni riguardano tutti collettivamente.

I governi nazionali non devono guardare solo al proprio sistema, ma cogliere l’insieme dei bisogni e delle necessità di tutto il mondo.

E’ vero che noi abbiamo bisogno di concretezza e vorremmo vedere fatti e non solo parole, ma prima ci vuole la presa di coscienza, la convinzione, la determinazione, la consapevolezza delle difficile fase di transizione tra lo Stato-Nazione ed i suoi egoistici e particolari interessi.

Il G 8 deve tracciare un paradigma unico di riferimento per produzione, sviluppo, distribuzione su scala globale-mondiale. Lo sforzo che sta facendo è soprattutto culturale.

Il processo deve continuare almeno verso una gestione concordata (meglio sarebbe comune) del governo dell’economia.

Tra i paesi del G8 c’è accordo? Ci sono reali differenze di opinioni? Il dibattito è politico, ma cosa accadrebbe senza queste misure?

Anche sui rischi del protezionismo, sarebbe auspicabile una conclusione condivisa.

Per l’Ambiente.

Il G 8 ha preso accordi, sia pure con ampie riserve, per limitare l’aumento della temperatura media del pianeta, le emissioni globali di Anidride Carbonica e l’emissione dei Gas Serra del 50% nel 2050.

L’accordo è per non sfondare il tetto di aumento di 2° centigradi la temperatura media del pianeta nei prossimi anni.

Il livello di riferimento è alla condizione climatica pre-industriale, relativa alla fine del 1800.

Rispetto ad allora abbiano già raggiunto un aumento del riscaldamento del pianeta di 0,8° e dobbiamo attenderci un altro + 0,6° che si dispiegherà nei prossimi anni perché è già potenzialmente attivo nell’atmosfera.

Gli accordi di Kyoto prevedevano una riduzione, ma non tutti gli Stati erano d’accordo. Ora si cerca di coinvolgerli tutti, anche India e Cina.

L’America lo ha accettato. Così pure il Canada, Giappone e Russia.

E’ un dato di fatto che il riscaldamento globale della Terra è creato dall’uomo e gli effetti negativi delle attività umane sono sotto gli occhi di tutti.

E’ vero che i pareri non sono tutti concordanti, le risposte non sono univoche, molti elementi e variabili incontrollabili influiscono su di esso, ma per la quasi totalità degli esperti la spiegazione più convincente è che il surriscaldamento del pianeta, dipenda prevalentemente dall’uomo.

Saranno solo parole? Cambierà qualcosa dal punto di vista pratico? Nella concretezza in cosa si tradurranno? Qual è il calendario degli impegni concreti? Sono solo splendidi annunci? Possono i paesi occidentali, che hanno finora dato il cattivo esempio, dettare regole? Sono dichiarazione di intenti o ci sarà qualcosa di più concreto?

Queste sono le domande alle quali gli Stati che fanno parte del G8 dovranno dare risposte credibili.

Sarebbe auspicabile che le risposte concrete fossero queste:

– Riduzione del trasporto su gomma delle merci (che oggi in Italia è del 90%).

– Riorganizzazione della logistica del trasporto in generale.

– Aumento della ricerca e dell’innovazione al fine di ridurre l’inquinamento di anidride arbonica.

– Costruzione di nuovi edifici ad “Emissione Zero”, che oggi sono molto limitati.

– Illuminazione a basso consumo energetico con lampadine “a led”.

– Aumento della raccolta dei rifiuti differenziata.

– Riduzione dell’uso delle centrali a carbone e aumento delle fonti di energia rinnovabile.

– Maggiore e più trasparente informazione dei cittadini che, quando sono informati, fanno scelte oculate, come dimostra il trend negli ultimi anni per l’acquisto dei frigoriferi.

I grandi hanno appeso alla parete le cornici, ora i singoli Stati dovranno inserire i loro quadri e dipingere gli scenari che hanno dipinto per noi.

di Pierluigi Capra