Il papiro di Artemidoro

Febbraio 11, 2006 in Arte da Marcella Trapani

Inaugurata a Palazzo Bricherasio la mostra aperta al pubblico dall’8 febbraio al 7 maggio 2006

Papiro Artemidoro

E’ stata inaugurata ieri a Palazzo Bricherasio la mostra Le tre vite del papiro di Artemidoro. Voci e sguardi dall’Egitto greco-romano promossa dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo – che lo ha recentemente acquistato e fatto restaurare – e dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie.

L’esposizione verte intorno a un oggetto principale, il papiro di Artemidoro appunto, e sviluppa un percorso tematico diviso in più settori. Artemidoro era un geografo greco di Efeso, noto essenzialmente come fonte di Strabone, vissuto nel I secolo a.C. che ci ha lasciato su questo papiro una carta geografica della regione iberica così come era nota ai suoi tempi. Sul recto del papiro appare infatti la carta geografica, mentre il verso fu riutilizzato successivamente come libro di schizzi per pittori e mosaicisti che se ne servirono per le prove dei loro disegni da realizzare poi in pittura o appunto nei mosaici. Presenta infatti un repertorio di animali reali o fantastici e disegni di figura, provenienti forse da botteghe di artisti.

Queste illustrate rappresentano le prime due vite del papiro; la terza consiste invece nel suo riutilizzo, in quanto puro e semplice materiale di risulta, nella creazione di un cartonnage, materiale adoperato nell’antico Egitto a partire dal 1000 a.C. circa e costituito da strisce di lino o di papiro modellato con collanti e gesso intorno al corpo del defunto, così da sostituire il sarcofago ligneo usato per le mummie e fungere da base per le iscrizioni e le illustrazioni dei libri sacri dell’Aldilà. Il rotolo di papiro era inserito in un ammasso di papier-maché fabbricato con papiri divenuti obsoleti, buttati al macero e riciclati. Non è possibile identificare la necropoli di provenienza del cartonnage, giacché fu recuperato da scavatori locali ed entrò a far parte di una raccolta privata egiziana agli inizi del ‘900, senza alcuna indicazione sul luogo di origine.

E’ appunto nella sua forma di cartonnage che il papiro fu scoperto e studiato presso un proprietario privato dal Prof. C. Gallazzi dell’Università di Milano, e dalla Prof.ssa B. Kramer dell’Università di Treviri. Nel 2002 il papiro fu acquistato dalla Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo e trasferito nel Laboratorio di Papirologia dell’Università di Milano. Qui furono intraprese le necessarie operazioni di restauro e il lavoro di edizione fu portato avanti anche con l’apporto del Prof. S. Settis.

I Proff. Gallazzi e Settis sono i curatori della mostra, il cui percorso si articola su due piani del Palazzo Bricherasio ed è composto di quattro sezioni, ognuna organizzata in sottosezioni. Il papiro di Artemidoro è esposto nelle prime sale della prima sezione, al piano terra, dedicata all’uso del papiro e alla sua fabbricazione. Il reperto è lungo circa m. 2,70 ed è esposto in modo che se ne vedano entrambe le facce. Inoltre i disegni che vi sono iscritti sono illustrati anche da una riproduzione al laser che si trova alla base del papiro stesso e che ne favorisce la lettura. La riproduzione del papiro si snoda anche sulle pareti delle sale della mostra, dove alcuni particolari delle illustrazioni sono messe in rilievo da giochi di luce che illuminano i contorni delle figure.

  • La prima parte del percorso è integrata da un confronto tra il papiro e la pergamena come supporti scrittori, da strumenti di scrittura e da dipinti o mosaici che ritraggono Greci e Romani mentre leggono o scrivono su rotoli. E’ esposto, sempre nella prima sezione, una mummia nel cartonnage e infine statue e ritratti dell’Egitto greco-romano.

  • La seconda parte della mostra, che prosegue al primo piano del palazzo, introduce il tema del papiro di Artemidoro come libro geografico illustrato con esempi di carte e piante antiche, tra le quali il Papiro delle Miniere del Museo Egizio di Torino, esempio di carta geografica dell’Egitto del XII-XI secolo a.C. Alle piante sono affiancati strumenti di misurazione.

  • Nella terza parte sono esposti immagini di animali tratte da mosaici, sculture, pitture di arte antica greca e romana da confrontare con le figure di animali rappresentate nel papiro. Notevoli i mosaici provenienti dalla Casa del Fauno a Pompei, conservati al Museo Archeologico di Napoli, uno con la scena di combattimento tra un polpo e un pesce, e l’altro con paesaggio e fauna del Nilo.

  • La quarta parte è, infine, dedicata al mestiere dell’artista e alla funzione del papiro come brogliaccio per i disegni. Vi sono esposti strumenti del pittore e dello scultore, gessi antichi come alcuni importanti calchi rinvenuti a Baia, libri di modelli e copie antiche nonché schizzi di artista di età medioevale.

    L’allestimento della mostra “Le tre vite del papiro di Artemidoro” è stato curato dall’architetto M. Pia Dal Bianco dello studio A&A Architetti e Associati. Esso riesce a trasmettere in modo chiaro i principi informatori della mostra. L’unico appunto che si può fare è sulla lettura delle didascalie che in alcuni casi appare difficile a causa della scarsa illuminazione e dell’uniformità tra il colore delle scritte e quello dei supporti su cui esse si trovano. Un filmato alla fine dell’esposizione illustra i diversi temi che la caratterizzano.

  • Informazioni utili

    Le tre vite del papiro di Artemidoro

    Dall’ 8 febbraio-7 maggio 2006

    Palazzo Bricherasio

    Via T. Rossi angolo Via Lagrange – Torino

    Ingresso: 7,00 euro

    Dall’8 febbraio al 7 maggio, chi visita Palazzo Bricherasio o il Museo Egizio, con il biglietto di ingresso intero, ridotto o gruppi, nell’altro museo pagherà il biglietto ridotto (Fondazione Bricherasio: euro 3,50 – Museo Egizio: euro 3,00).

    Orari: Lunedì: 14.30-19.30 – da martedì a domenica: 9.30-18.30

    Tel. 011-57 11 811

    Sito Internet: www. palazzobricherasio.it

    E-mail: [email protected]

    di Marcella Trapani