I magnifici quattro

Febbraio 16, 2006 in Sport da Federico Danesi

Questa non l’aveva prevista nemmeno “Sports Illustrated”. L’Italia naviga ancora nell’oro, una medaglia arrivata in una delle specialità meno ‘nobili’ e per questo più sentita, il pattinaggio velocità. Sul tetto del mondo, nell’Inseguimento staffetta, vanno in quattro: Enrico Fabris, capitano coraggioso, Ippolito Sanfratello, suo degno compare, Matteo Anesi, il bocia del gruppo, e Stefano Donagrandi che ha dato il suo contributo prezioso nelle batterie.

Da film il copione delle due gare che hanno portato al trionfo. In semifinale, contro la corazzata Olanda, sembrava tutto scritto, specie dopo il vantaggio iniziale degli ‘oranges’. Ma a tre giri dalla fine g,li olandesi capottavano in curva, regalando il passaggio in finale ai nostri, in grande rimonta.

Tutto da vivere l’ultimo atto: Italia in testa dal primo all’ultimo metro, a resistere nella fase centrale alla furibonda reazione del Canada (primatista mondiale in carica), prima di liberarsi negli ultimi due giri e far crescere il vantaggi sino a quasi tre secondi. Un urlo liberatorio, dei ragazzi e del pubblico che li ha letteralmente trascinati sino al traguardo. Splendito, tutto.

IL FONDO SI PERDE NELLA NEVE

La 10km femminile di fondo in tecnica classica regala l’ennesima prestazione incolore delle nostre, anche se era ampiamente in preventivo. Più forti le atlete del Nord e dell’Est europeo e in più a scombinare i piani dei ostri skimen ci si è messa la neve. Così ad esultarev è stata Kristina Smigun, estone al secondo oro in due gare. Netta la sua vittoria su Marit Bjoergen, tornata su buoni livelli, staccata di 21 secondi, a precedere d’un soffio la compagna di nazionale Hilde Pedersen, 41 anni e non sentirli.

Tredicesima, e migliore delle nostre, Gabriella Paruzzi che non ha ingranato sin dall’inizio, rimediando un minuto e mezzo dalla Smigun. Più dietro Confortola, 34esima, Paluselli, 39esima e Genuin, 48esima.

Oggi toccherà agli uomini, anche loro in tecnica classica, sulla distanza di 15km. Il ct azzurro, Marco Albarello, ha deciso di tenere a riposo Giorgio Di Centa in vista della staffetta. Così il migliore dei nostri al via sarà Valerio Checchi. Con lui l’eterno Bubu Valbusa, Fabio Santus e Christian Saracco.

BIATHLON, ALLEZ LA FRANCE

Florence Baverel-Robert, 31 anni e un’onesta carriera che sino ad oggi non aveva mai registrato una vittoria.

Ha scelto il giorno giusto, quella della Sprint. Una gara perfetta, la sua, sia sugli sci che al poligono dove ha registrato l’en plein nelle due sessioni. A battuto di poco più di due secondi un delle grandi favorite, la svedese Anna Carin-Olofsson, mentre la sorpresa è arrivata dal terzo posto dell’ucraina Lilia Efremova, a 6 secondi. Le grandi deluse della giornata sono russe e tedesche. Le prime, evidentemente scosse per la vicenda doping che ha coinvolto la Pyleva, hanno piazzato l’Akhatova al quarto posto, mentre la migliore in casa Germania, Kathi Wilhelm, è arrivata settima.

Michela Ponza, come da pronostico, è stata la più brava delle azzurre: tredicesima, a 55 secondi dalla vincitrice, con un solo errore al tiro nel secondo poligono. In prospettiva dell’Inseguimento, che si disputerà sabato, è un buon risultato. Discreta prova di Nathalie Santer, 26esima a 1’38”, mentre Katja Haller ha chiuso al 53esimo posto a 2’51” e Saskia Santer al 57esimo a 3’11”.

COMBINATA, L’ITALIA SI RITIRA

L’Italia, che già partiva come ultima forza, non è riuscita nemmeno a prendere il via della gara a squadra di Combinata Nordica. Il primo a saltare doveva essere Davide Bresadola, l’unico a salvarsi martedì insieme a Michielli, ma il giovane azzurro ha marcato visita. Nella notte è stato colto da un attacco di appendicite e ricoverato d’urgenza, impedendo così alla squadra di partecipare alla prosecuzione della gara.

Sorte anche peggiore per la Norvegia, favorita per una medaglia: ben tre atleti rossoblu hanno dato forfait prima della prova di salto e così anche loro, candidati ad una medaglia, si sono ritirati.

Il successo finale è andato all’Austria, capace di rimontare nella prova di fondo sulla Germania, staccata di appena 15 secondi, mentre la Finlandia di Manninen si è dovuta accontentare del terzo posto, a 26 secondi.

di Federico Danesi