I fantasmi del cappellaio

Gennaio 6, 2003 in Libri da Tiziana Fissore

Georges Simenon, “I fantasmi del cappellaio” Adelphi, pp. 238, Euro 14,46

33045(1)A chi ogni tanto desideri lasciare la narrativa impegnata o la saggistica e dimenticare qualche problema ma ama ugualmente leggere pagine ben scritte con un lessico semplice ma attuale e letterario, consiglio sempre un giallo di Georges Simenon.

“I fantasmi del cappellaio” ha una trama tipicamente simenoniana: nella piccola città francese di La Rochelle hanno luogo alcuni delitti che riguardano esclusivamente donne. La città è quella tipica della provincia francese, con le sue stradine che portano tutte al centro dove si trova l’unico bar e gli uomini del paese fanno passare le serate giocando a carte e bevendo un bicchiere insieme. Due di questi uomini sono un sarto ed un cappellaio che hanno i negozi e le rispettive abitazioni uno di fronte all’altro ma… uno dei due ha un segreto (e non dirò chi…).

L’altro capisce tutto, collegando il suo dirimpettaio ai vari delitti. I due uomini (il testimone che scruta e si ritrae diventando complice dell’assassino) si osservano e si studiano a vicenda come in una partita a scacchi che per entrambi sarà la via che li porterà ad un destino di follia e di morte.

Questo romanzo è particolare anche per come è nato e come è mutato attraverso il tempo. Nacque come racconto nel 1947 con il titolo ‘Il piccolo sarto e il cappellaio’; venne modificato successivamente in ‘Benedetti gli umili’ e divenne poi romanzo dove Simenon non cerca tanto di nascondere il segreto quanto di mettere in evidenza il rapporto che viene a crearsi tra i due, seguendo la personalità di ognuno di loro, il loro modo di pensare e di agire, come è tipico del suo modo di scrivere.

Giallo dunque ma soprattutto un’ottima produzione narrativa soprattutto quando si sofferma a descrivere gli ambienti tipo il bar, con i vetri che si appannano per il fiato degli avventori che si accaniscono in interminabili discussioni durante le lunghissime partite a carte. Anche l’ambiente dei delitti è particolare: una donna che tranquillamente rientra in casa nella notte e nel breve attimo in cui apre la porta, nel fascio di luce di un lampione ecco l’ombra scura farsi avanti implacabile, quasi la morte fatta persona.

Per non parlare degli ambienti familiari in cui vivono i due protagonisti: due classici negozi di provincia dove tutto è apparentemente tranquillo… troppo tranquillo. Il finale è comunque a sorpresa come sempre nella migliore narrativa di Simenon.

di Tiziana Fissore