I am Kloot

Ottobre 31, 2003 in Spettacoli da Simona Margarino

iamklootMartedì 28 ottobre, a Hiroshima, dalla Gran Bretagna, una band ancora poco accreditata nella stima dei critici, ma già un piccolo caso, di provocazione variopinta. Chi sono, difficile spiegarlo in quattro righe.

Si potrebbe dire che sono tre, innanzitutto. Johnny (John Harold Arnold Bramwell, citano le cronache), pronuncia “Mancunian” lenta e strascicata e una voce matura, birra ai piedi e nella gola, felice di parlare di “drinking and tragedy”, lui, vissuto per anni a far la fame sulle strade di Atene, Parigi e San Fransisco; Pete (Peter Jobson) da Newcastle, basso nelle mani, sguardo duro e capelli sfatti di chi si vede viaggia molto; Andy (Hargreaves) di Stockport alle percussioni, ottimo batterista convinto a suon di ‘minacce’ a far parte del gruppo “Johnny said if I didn’t join his band he’d make sure I never played in Manchester again. When I said ‘No’ he said I could probably forget London too. I didn’t believe a word of it, of course. But I thought, why not?”*

Che altro?

Sono un gigantesco poster nero con impresso in bianco il loro nome, IMK.

Sono un refrain che ha scandalizzato molti (“There’s blood on your legs. I love you”-’Twist’).

Sono un’accusa al pubblico, “You are spooky” (siete spettrali, fate paura).)

Sono una storia che comincia forse quando Johnny, frontman nonché autore dei testi, abbandona la sua vita di vagabondo e, dopo un anno a cantare per le mucche del Galles del Nord, mette piede in uno dei locali più bohemien di Manchester, The Night and Day Cafe (“kind of like the Left Bank crossed with a lunatic asylum”). Di lì l’avventura che diventa musica acustica, lineare e pulita nella sua pretesa semplicità.

Di lì le bellissime Storm Warning e Morning Rain, in cui un prevedibile acquazzone Inglese da sabato pomeriggio impregna l’aria di un’imprevista atmosfera ovattata da film. Piovono note dalla chitarra, ed è uno scroscio di applausi.

Loro, come altre volte, scappano dal palco a fine concerto, senza un misero bis, senza un glorioso encore. Estrosità da artista che rifiuta di diventar divo.

Cosa ricorderanno di Torino? Clothing, i vestiti, rugna Johnny. Quelli troppo cari che non hanno potuto comprare. Già, rieccoti la modestia che vanitosamente finge di non voler essere star.

* “Johnny disse che se non mi fossi unito al gruppo, avrebbe fatto in modo di non farmi più suonare a Manchester. Quando dissi ‘No’, lui disse che probabilmente mi sarei potuto pure dimenticare di Londra. Non credei a una parola, naturalmente. Ma pensai, perché no?”

Hiroshima Mon Amour

Via Bossoli, 83 – 10135 Torino

Tel. 011 3175427 – Fax 011 3174997

Informazioni: www.hiroshimamonamour.org

Web site: http://www.iamkloot.com

Discografia

I AM KLOOT

1. UNTITLED #1

2. FROM YOUR FAVOURITE SKY

3. LIFE IN A DAY

4. HERE FOR THE WORLD

5. A STRANGE ARRANGEMENT OF COLOUR

6. CUCKOO

7. MERMAIDS

8. PROOF

9. SOLD AS SEEN

10. NOT A REASONABLE MAN

11. 3 FEET TALL

12. THE SAME DEEP WATER AS ME

NATURAL HISTORY

1. TO YOU

2. MORNING RAIN

3. BIGGER WHEELS

4. NO FEAR OF FALLING

5. LOCH

6. STORM WARNING

7. DARKSTAR

8. STOP

9. SUNLIGHT HITS THE SNOW

10. TWIST

11. 86 TVS

12. BECAUSE

di Simona Margarino