Grinzane XXIII: Premiazione

Giugno 13, 2004 in Attualità da Stefano Mola

vargas_llosaPremio Grinzane, XIII edizione: il traguardo è vicino. Anche quest’anno, tocca ai ragazzi (italiani e stranieri, da Mosca a Lisbona, da Buenos Aires al Connecticut). Sabato 19 giugno, sotto le austere mura del castello di Grinzane Cavour, un altrettanto austero notaio conterà i loro voti e proclamerà i supervincitori per le sezioni narrativa italiana e narrativa straniera. I più affezionati di voi hanno potuto leggere su queste pagine le recensioni dei libri finalisti, che qui di seguito ricordiamo:

Narrativa italiana

Elena Gianini Belotti, Prima della quiete, Rizzoli

Marina Jarre, Ritorno in Lettonia, Einaudi

Andrea Vitali, Una finestra vistalago, Garzanti

Narrativa straniera

Péter Esterházy, Harmonia Caelestis, Feltrinelli

Édouard Glissant (Martinica) Il quarto secolo, Edizioni Lavoro

Natasha Radojcic-Kane, Ritorno a casa, Adelphi

Ricordiamo che prima di essere dati in lettura agli studenti, vengono scelti dalla giuria dei critici. Sotto la presidenza di Lorenzo Mondo, hanno lavorato Tahar Ben Jelloun, Vincenzo Cerami, Vincenzo Consolo, Guido Davico Bonino, Alain Elkann, Luigi Forte, Predrag Matvejevic, Raffaele Nigro, Sergio Perosa, Francesca Sanvitale, Luis Sepúlveda, Giuliano Soria e Sergio Zoppi.

Dopo aver letto tutti i libri è possibile rintracciare un filo conduttore? Quest’anno forse più di altri. In cinque delle sei opere la narrazione è strettamente intrecciata con la storia, e con i suoi eventi drammatici. L’eccidio degli ebrei in Lettonia nel romanzo della Jarre, la storia di una nazione narrata attraverso le vicende familiari, nelle opere di Glissant e Esterházy, la condizione delle maestre elementari nell’Italia dei primi anni successivi all’unità nel libro della Belotti, il dramma della Bosnia descritto dalla Kane.

Non si tratta tanto di narrativa di impegno nel senso ammuffito della parola, quanto di letteratura in cui è possibile ritrovare un sottofondo etico, senza per questo affondare nel didascalico o nel moralistico. Una dimensione in cui ha un ruolo fondamentale la memoria, in cui si dà valore alla descrizione delle vicende dei personaggi ancorandole saldamente al contesto storico, ma salvando la dimensione dell’individuo. Unica opera fuori del gruppo è quella di Vitali, in cui, pur non mancando riferimenti alla storia e alla società, il carattere affabulatorio, il piacere della narrazione quasi orale, è decisamente predominante.

I pronostici? Per la narrativa italiana, sono molto combattuto. Tutti e tre i libri mi sono piaciuti, e tutti e tre più di quelli della narrativa straniera. La dimensione etica della Jarre è veramente ammirevole, forse il suo libro è quello che mi ha coinvolto di più, ma il pronostico va a Vitali. Per la narrativa straniera, opto per la Kane. Una citazione di riguardo anche per l’opera che ha vinto il Premio Autore Esordiente, quell’ Arabi Danzanti di Sayed Kashua (Guanda), di cui consiglio vivamente la lettura.

Chi altri troveremo a Grinzane? Prima di tutto, lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, cui verrà consegnato il Premio Internazionale Una vita per la letteratura (speriamo che come l’anno passato per Coetzee, sia un viatico per il Nobel). E poi, Odile Jacob, intellettuale parigina a capo dell’omonima casa editrice, che riceverà il Premio Grinzane-Editoria , intitolato a Giulio Bollati. Infine, una gradita novità: la conduzione della cerimonia sarà affidata a Neri Marcoré, comico, attore, in tv con la trasmissione Per un pugno di libri (Rai 3).

di Stefano Mola