Giorgio Bosi a La Paracca

Maggio 15, 2002 in Arte da Stefano Mola

30772Lo scrittore spagnolo Enrique Villa-Matas inizia così il suo libro “Suicidi esemplari”

“Un anno fa iniziarono a comparire dei graffiti misteriosi sui muri della città nuova di Fez, in Marocco. Si scoprì che si trattava di un vagabondo, un contadino emigrato che non si era integrato nella vita di città e che per orientarsi doveva segnare gli itinerari della sua propria mappa segreta, sovrapponendoli alla topografia della città moderna che gli era estranea e ostile”.

Mi è venuto in mente questo passaggio, quando ho iniziato a pensare come presentare l’esposizione dei quadri di Giorgio Bosi (oltre che artista, stimato critico d’arte e collezionista) che si terrà nel giardino della cascina settecentesca “La Paracca”, a partire dal 17 Maggio (inaugurazione alle ore 17:00, visitabile tutti i pomeriggi su appuntamento fino al 27 Maggio). Sia chiaro, non certo perché, io voglia paragonare Giorgio Bosi al contadino del racconto di Villa-Matas. Ma per l’insolito accostamento: Giorgio Bosi è un pittore che si rifà alla lezione del più assoluto astrattismo (dunque rarefazione, linee, geometrie esatte) e le sue opere verranno collocate nel giardino di una cascina in cima a una collina. Uno spazio, verrebbe da dire, “naturale”: linee curve, “inesatte”, linee su cui è già passata la mano del tempo. Ma anche la mano dell’uomo: la collina e la cascina sono anch’esse il risultato di un’organizzazione dello spazio voluta dall’uomo (anche se a prima vista possono apparire più “familiari”, più “scontate”).

30770Ogni atto (per esempio, arredare una casa, scegliere quali alberi piantare in un giardino e dove), e a maggior ragione ogni segno, sono un tentativo di organizzare un significato per il mondo, e quindi sono inevitabilmente destinati a contrapporsi agli altri atti e agli altri segni, alle altre visioni del mondo (alle altre trasformazioni del mondo) con gli esiti più diversi (fino ad esiti estremi come per il vagabondo del racconto, incapace di adeguarsi alla organizzazione della mondo così come era). Da questa prospettiva, l’accostamento si fa interessante e fecondo: due organizzazioni dello spazio, due concretizzazioni di una visione del mondo dialetticamente avvicinate.

Perdonate queste divagazioni. Raccogliete però l’invito a recarvi a “La Paracca”, in modo da rendervi conto di persona. E magari fateci sapere. Se siete d’accordo, ma soprattutto, se non lo siete.

Oltre alle opere di Bosi, sempre tra gli alberi si potrà anche vedere un video realizzato dal Dams di Torino, per raccontare Giorgio Bosi e la sua poetica.

La serata inaugurale sarà accompagnata al pianoforte dal maestro Raf Cristiano.

Per ulteriori informazioni:

www.laparacca.com oppure: 0141/937189

PS: il libro di Enrique Villa-Matas ”è stato pubblicato in Italia da Sellerio. La traduzione qui presente è di chi scrive.

di Stefano Mola