Giliana Gabban al Caffè Fabry

Ottobre 22, 2002 in Arte da Sandra Origliasso

32219(1)I colori che diventano forme colorate, trasformandosi in oggetti dai contorni indefiniti o nei tratti di inquietanti alberi, che paiono presenze astratte. Una ricerca legata al mondo degli animali che da’ come risultato un atmosfera che ne coglie i temperamenti, ma senza il soggetto principale. Ritratti, impressi di profilo o in pose caravaggesche. Queste sono le suggestioni che il visitatore può trovare nella personale dell’artista torinese Giliana Clima Gabban, presso il Caffè Fabry in Via Fiera a Ciriè.

L’artista ha spiegato di essersi ispirata al metodo della scuola Steineriana, che individua nelle dimensioni stagionali una precisa caratteristica comportamentale. A questo proposito, la pittrice ha dichiarato: “Nella realizzazione dei miei quadri, non mi avvalgo di nessun disegno preparatorio, ma partendo da una macchia di colore rovesciata sulla tela, incomincio a modellare con le mani il risultato che intendo ottenere”.

Inoltre, non mancano nelle opere proposte dalla Gabban omaggi di paesaggi inquieti dedicati a Monet e una interpretazione della famosissima “Medusa” di Caravaggio nell’atto di urlare. Un’attività, quindi, che rimane aperta ala sperimentazione non solo limitata all’ambito figurativo e astratto, ma condotta tramite una pluralità di tecniche, tra cui la tempera e i pastelli ad olio. Coloro che non hanno potuto aderire all’inaugurazione di domenica, possono di visitare l’esposizione tutti i giorni, negli orari d’apertura del locale, fino a fine mese. La mostra è a cura di Claudio Bonetto.

di Sandra Origliasso