Gemellaggio tra le province di Torino e Chieti

Febbraio 16, 2001 in Enogastronomia da Claris

Lo scorso week-end si è svolto il primo atto di una pregevole proposta di scambio culturale ed enogastronomico: il gemellaggio turistico e artigianale tra la Provincia di Torino e quella di Chieti. Sabato e domenica, in piazza Carignano, nel cuore della nostra terra subalpina, la Provincia di Chieti ha presentato a tutti i cittadini sia le diverse e rinomate località turistiche di mare e montagna, sia i propri prodotti tipici e d’artigianato e di cucina. Parimenti, nella primavera del 2001, sarà la Provincia di Torino a presentare a Chieti la propria offerta turistica ed enogastronomica, in un ideale percorso di collaborazione e amicizia tra i due territori. Cammino che affonda le sue radici nell’emigrazione di numerosi cittadini della provincia di Chieti in Piemonte nel corso del Novecento.

Perla della due giorni di amicizia, unione e reciproca valorizzazione dei territori torinese e abruzzese sono state le esibizioni, con canti e balli, del gruppo folcloristico di Orsogna “La figlia di Jorio”. Il gemellaggio ha previsto la possibilità per tutti, con assaggi e vendita, di conoscere la ricca e peculiare produzione enogastronomica chietina, un inedito panorama su una ricchezza unica e spesso poco conosciuta e valorizzata. Dai salumi (straordinario quello di fegato) al miele (lupinella e millefiori su tutti), dall’olio extravergine alla pasta artigianale (non dimentichiamo quella di farro dal raro equilibrio organolettico), dai formaggi tipici alle deliziose carni (la ventriciana del Vastese prima delizia), dai dolci (gli squisiti sapori per esempio del bocconotto d’Abruzzo o del Sise delle monache) ai digestivi.

Discorso a parte meritano i vini: i vigneti nella provincia di Chieti rappresentano una parte integrante delle tradizioni di questo territorio, significano amore per la terra con radici antiche, grande passione e attenzione, perché gli appezzamenti, sulle falde delle Majella, sono ostici da preservare da frane e intemperie. Così la vendemmia, da settembre a dicembre inoltrato, è una festa, una magia carica di suggestione che si ripete ogni anno. Il Montepulciano d’Abruzzo è un rosso intenso, dal sapore asciutto per pietanze con carni, il Cerasuolo, più fruttato ed armonico, accompagna bene i formaggi regionali, il trebbiano, dal colore giallo paglierino, è eccellente bevuto freddo, come del resto il Controguerra bianco; inutile sottolineare che sono tutti vino Doc.

Tutti prodotti che, chi ama il buon mangiare e il buon bere, unito alle tradizioni e al rispetto dell’ambiente e dell’identità di un territorio, ha il dovere di salvare dalla scomparsa e dalla standardizzazione.

L’offerta di Chieti e provincia non è comunque limitata alla promozione enogastronomica: le bellezze naturali e artistiche, le tradizioni, gli usi e i costumi sono altrettanto peculiari e affascinanti. E’ sufficiente ricordare l’immenso patrimonio naturalistico del parco della Majella e delle limitrofe zone marine, tra incontaminate bellezze appenniniche e suggestivi borghi, tra asperità rocciose e spiagge dorate.

Un itinerario completo non può ignorare Chieti, con i tempietti romani e la cattedrale di San Giustino, e Francavilla al mare, graziosa cittadina sul litorale, Rapino, famosa per l’arte della ceramica, e Pretoro, molto nota per la festa del lupo a maggio, Ortona, città d’arte e cultura, e Crecchio col suo magico castello, l’abbazia di San Giovanni in Venere e la neolitica Lama dei Peligni.

Un altro patrimonio, non meno prestigioso, che seduce i visitatori dei territori attorno a Chieti è l’artigianato artistico e tradizionale, retaggio di una tradizione secolare. Dalla ceramica al rame sbalzato, dal ferro battuto al legno tornito, da sontuosi merletti a tessuti pregiati in lana, l’offerta di prodotti tipici è un segno della qualità produttiva e della creatività degli artigiani locali contro il dilagante consumismo e la serializzazione della merce.

di Claudio Arissone