Ferrara: voglio vincere ancora lo scudetto

Novembre 19, 2003 in Sport da Roberto Grossi

Dopo i due giorni di riposo concessi da Lippi la Juve ha ripreso ieri gli allenamenti: unici assenti i quattro nazionali impegnati nelle gare valide per la qualificazione agli europei e ai mondiali (Tudor, Davids, Appiah e Zalayeta).

La ripresa dell’attività alla Sisport-Fiat è coincisa con la visita alla squadra di Umberto Agnelli. Il presidente onorario juventino si è intrattenuto per circa mezz’ora nel centro sportivo, colloquiando a lungo, a bordo campo, con Marcello Lippi.

In sala stampa, prima di iniziare l’allenamento, è intervenuto invece Ciro Ferrara. Il difensore napoletano, nonostante una carta d’identità non più verdissima, si sente importante per la squadra e con la logica del turn-over adottata quest’anno da Lippi avrà occasione di mettersi ancora in mostra: L’importante, alla mia età, è saper dosare le forze e riposarsi bene perché ho tanta strada ancora da fare – ha dichiarato in maniera ironica Ferrara –. Io, come tutti i miei compagni, cerco di allenarmi al meglio per conquistarmi ‘un posto al sole’, per ritagliarmi la fiducia del mister e presenze in campo. E devo dire che sino ad ora, stagione dopo stagione, mi sono sempre conquistato il mio spazio, in una competizione o nell’altra. Il turn-over non è ovviamente piacevole per noi giocatori, che vorremmo giocare sempre. Ma se la ‘rotazione’ è fatta in modo giusto, come la fa Lippi che coinvolge veramente tutti i giocatori, diventa più sopportabile. E sinchè i risultati ci daranno ragione si andrà avanti in modo sereno e il mister potrà tranquillamente continuare con questa politica.

Bene il turn-over, ma lo splendido momento di forma di Di Vaio induce qualche tifoso a pretendere di vedere sempre in campo il bomber rasato: Dopo aver pagato, come accade a tutti, lo scotto dell’ambientamento nella Juve e soprattutto il brutto infortunio dello scorso anno, Marco sta facendo vedere grandi cose – continua Ciro -. Ma non si può mai sapere esattamente quale sia il limite da superare per non cadere nel ‘troppo impiego’. Per cui l’allenatore farà le scelte opportune per il bene suo e di tutta la squadra.

Non solo Di Vaio comunque. Una Juve partita a razzo in campionato e Champions League comincia a fare paura, tanto che in molti si chiedono quanto durerà questo stato di grazia che avvolge i bianconeri: Tutti si chiedono se riusciremo a mantenere questo ritmo e cosa abbiamo più degli altri. Io rispondo che forse qualche passo falso potremo anche subirlo ma l’importante, in una stagione lunga e intensa, è mantenere la giusta continuità. Un nostro vantaggio è senza dubbio il grande affiatamento che c’è tra di noi, visto che sono anni che giochiamo insieme e in questa stagione abbiamo cambiato poco e bene. Ma tecnicamente ci sono altre squadre forti come la Juve, le quali possono vincere in Italia e in Europa: penso al Milan e alla Roma, certo, ma non escluderei ancora le altre grandi. Cosa mi piacerebbe vincere? La Champions è senza dubbio un trofeo ambitissimo ma io resto un grande sostenitore dello scudetto e quindi non pongo limiti a nulla.

L’assegnazione del ‘Pallone d’Oro’ si avvicina e a detta del difensore partenopeo sarà una lotta a tre sino alla fine: Sono combattuto tra l’amicizia per Maldini (tra l’altro non credo che Paolo torni in nazionale e comunque al suo posto io non lo farei), e l’indiscutibile valore del nostro Nedved. Senza dimenticare Shevchenko, che mi pare molto sottovalutato ma è reduce anch’egli, e noi ce ne siamo accorti in finale a Manchester, da una stagione molto positiva.

La chiusura di Ferrara è riservata ad un pensiero rivolto ai carabinieri morti per la pace. Quei carabinieri che molte volte subiscono violenze verbali e a volte anche fisiche da parte di alcuni elementi poco raccomandabili che purtroppo frequentano gli stadi italiani: E’ auspicabile che dopo ciò che è successo in Iraq qualche tifoso faccia un esame di coscienza e capisca il valore delle forze dell’ordine italiane. Quando si va allo stadio deve essere un’occasione di festa e niente altro: chi non ha questo spirito si ricordi ciò che è successo a questi ragazzi e al dolore delle loro famiglie.

di Roberto Grossi