Ferrara cancella la parola sfortuna

Aprile 4, 2002 in Sport da Roberto Grossi

A meno sei dalla vetta l’aria non è certo delle migliori e in casa Juve si cerca di dare una giustificazione all’ennesima annata senza vittorie.

Europa e tricolore sfumati in anticipo autorizzano i tifosi a contestare vigorosamente la squadra, come avvenuto sabato scorso al termine della partita pareggiata in casa contro la Lazio: uno sfogo giunto al termine di novanta minuti in cui i supporters della Vecchia Signora hanno incitato a gran voce i propri beniamini nella speranza di rimanere aggrappati all’ultimo treno scudetto, venendo però ripagati con una prestazione nettamente al di sotto delle aspettative.

Per carità, le giustificazioni non mancano. I motivi principali di doglianza riguardano gli infortuni (giunti copiosi e in momenti cruciali della stagione) e la cattiva sorte che in alcune circostanze ha giocato un ruolo decisivo (vedi pali o gol di Seedorf allo scadere a San Siro). Ieri però un ‘senatore’ come Ciro Ferrara, uno dei rappresentanti della ‘vecchia guardia’, sinonimo di vita calcistica vissuta in abbondanza, dall’alto della sua esperienza ha cercato di scavare più a fondo nel tentativo di analizzare i mali che hanno colpito gli uomini di Lippi, partiti all’inizio con i favori dei pronostici. E qualcosa, gratta gratta, il difensore ha trovato: “Alla sfortuna ci credo poco – ha dichiarato serenamente il napoletano -, anche altre squadre hanno colpito pali e traverse ed anche noi abbiamo avuto i nostri episodi a favore. Gli infortuni invece ci hanno obiettivamente condizionato, questo è vero, anche perché ci sono piombati addosso in momenti delicati che non hanno permesso a qualcuno dei nostri di rifiatare. Però è anche vero che qualche errore l’abbiamo commesso per rendere questa stagione non positiva (anche se non la definirei fallimentare): in trasferta, per esempio, abbiamo reso molto meno delle aspettative, non abbiamo saputo imporre la nostra personalità, la nostra voglia di vincere”.

Stagione negativa ma non fallimentare quindi, anche se qualche tifoso non sarà d’accordo: “Se per fallimentare si intende non arrivare primi allora posso anche essere d’accordo, altrimenti no. Sembra che chi ci precede in classifica abbia azzeccato tutto e noi niente, ma le cose non stanno così. In fin dei conti, pur non vincendo da quattro anni siamo però sempre ai vertici del campionato, sempre lì a lottare per lo scudetto, e questo è un chiaro indice di grande forza societaria. Altre squadre invece, si sono barcamenate tra alti e bassi. Prendete ad esempio l’Inter: magari vincerà questo tricolore, ma da quante stagioni i nerazzurri deludevano in Italia?”.

La discussione attorno alla riconferma di Lippi vede Ferrara in linea con Nedved e Del Piero: “Conosco il nostro allenatore da diversi anni e non posso che parlarne bene. Ma anche Ancelotti ha fatto la sua parte qui alla Juve e se l’anno scorso non abbiamo vinto è solo perché la Roma ha disputato una stagione incredibile, battendo tutti i record. La morale è semplice: nessun giocatore o allenatore, per quanto validi, ti possono garantire la vittoria. Rivoluzioni in vista? Non credo proprio. Non ne abbiamo bisogno perché l’organico è valido e poi questa politica non appartiene alla nostra società. Apporteremo qualche ritocco cercando di rafforzarci ancora, questo si, ma in questo periodo in cui si discute di contenere gli esorbitanti costi del calcio è assurdo che la Juve debba svenarsi per comprare chissà quali fenomeni”.

Juve in Onda

Consueto appuntamento questa sera con ‘Juventus in Onda’, trasmissione ufficiale della società bianconera trasmessa dal circuito ‘Inn’. La puntata odierna proporrà un’intervista con Gigi Buffon e un servizio dedicato ai dati raccolti dall’Uefa secondo i quali la Juve è la squadra con il maggior numero di tifosi in Europa.

di Roberto Grossi