E l’uomo allunò | Sudate Carte Curiosità II edizione

Gennaio 11, 2004 in Sudate Carte da Stefania Martini

Neil ArmstrongIl viaggio sulla Luna è sicuramente una delle tappe fondamentali che hanno segnato la storia del ventesimo secolo. L’evento che si compì il 20 luglio 1969 rimane un simbolo del progresso compiuto dagli uomini nel corso dei secoli e una pietra miliare per le esplorazioni al di fuori dei confini terrestri.

Ma come si arrivò a quel grande giorno?

Quali sono state le tappe che hanno permesso a Neil Armstrong di lasciare per primo l’impronta di un essere umano sulla superficie del nostro satellite?

La missione “Luna” statunitense fu concepita il 25 maggio 1961, quando il presidente USA John F. Kennedy proclamò l’obbiettivo di far sbarcare un uomo sulla Luna e riportarlo in salvo sulla Terra.

Ma fu solo con la missione Apollo 7 che la grande corsa prese il via: per la prima volta, il 10 ottobre 1968, una capsula si immetteva sull’orbita terrestre e compiva alcune manovre di separazione e agganciamento dei moduli lunari e di comando, identiche a quelle previste per il futuro allunaggio.

La vigilia di Natale del 1968 l’Apollo 8 effettuò un viaggio che entrò nel Guinness dei Primati: gli astronauti Frank Barman, James Lovell e William Anders furono i primi tre uomini a vedere la faccia nascosta della Luna, nonché i primi esseri umani a uscire dal campo magnetico e gravitazionale terrestre per entrare in quello di un altro corpo celeste.

Il programma statunitense proseguì a ritmo serrato: il 3 marzo 1969 fu la volta dell’Apollo 9. Per dieci giorni McDivitt e Schweckart provarono, in orbita terrestre, il distacco e l’agganciamento del modulo lunare (il celebre Lem) con il modulo di comando dove si trovava il comandante Scott.

L’ultimo esperimento prima dell’allunaggio vero e proprio fu quello di Apollo 10 che fu lanciato il 18 maggio 1969. Mentre il pilota Young veniva lasciato in orbita attorno alla Luna, gli altri due componenti dell’equipaggio, Stafford e Cernan, si avvicinarono sino a 8 km dalla superficie lunare, sorvolarono i luoghi scelti per l’allunaggio e compirono le ultime prove per la manovra che il modulo lunare Lem avrebbe dovuto effettuare nella missione successiva, per poi ricongiungersi all’astronave madre.

E finalmente venne il turno di Apollo 11. La missione iniziò alle 9,32 del 16 luglio 1969, quando il gigantesco razzo Saturno V venne lanciato nello spazio dal Centro Spaziale Kennedy, in Florida. L’intera missione durò 8 giorni, 3 ore e 18 minuti.

La missione prevedeva che la navicella spaziale avrebbe portato sulla Luna tre astronauti: Neil Armstrong (comandante della missione), il Tenente Colonnello Michael Collins (pilota del modulo di comando) e il Colonnello Edwin Aldrin (pilota del modulo lunare).

Mentre uno di loro (Collins) sarebbe rimasto in orbita intorno alla Luna, gli altri due si sarebbero imbarcati sul modulo lunare, battezzato Eagle (Aquila), con il quale sarebbero discesi sulla superficie del satellite.

Il luogo prescelto per l’allunaggio era all’interno del mare della Tranquillità, e fu scelto perché era privo di ostacoli e facile da raggiungere in quanto si trovava vicino all’equatore lunare.

Houston, qui base della Tranquillità: l’Aquila è atterrata. Con queste parole Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna comunicò al mondo che era stato realizzato uno dei sogni più antichi dell’umanità.

Dopo 2 ore e 31 minuti trascorsi sulla superficie lunare a prelevare campioni di roccia, ad installare dispositivi ed eseguire esperimenti, Armstrong e Aldrin si reimbarcarono sul modulo lunare, per ritornare sulla Terra.

L’entusiasmo per la brillante conclusione della spedizione dell’Apollo 11 diede il via ad una successiva serie di viaggi: già nel novembre dello stesso anno l’equipaggio di Apollo 12 tornò con successo a lasciare le proprie impronte sul suolo lunare.

Ma non tutto poteva sempre filare liscio, ed infatti il 14 aprile 1970 il mondo tenne il fiato sospeso per la missione Apollo 13: quando già i tre astronauti a bordo della capsula (James Lovell, Fred Haise e John Swigert) erano in vista dell’allunaggio, due serbatoi contenenti ossigeno esplosero, pregiudicando irrimediabilmente la spedizione e mettendo a rischio la manovra di rientro. Nonostante tutti i problemi però, la navicella riuscì a rientrare sulla terra il 17 aprile.

Nel gennaio 1971 fu Apollo 14 ad allunare: ormai le passeggiate sulla superficie del nostro satellite erano diventate quasi una consuetudine.

Ma un nuovo record venne stabilito dal viaggio successivo, nell’estate del ‘71: gli astronauti di Apollo 15 portarono sulla Luna il primo mezzo a 4 ruote, elettrico, (Moon River) che, alla velocità di 25 km/h, compì circa 20 km di esplorazione del suolo lunare.

Successivamente furono nel ’72 Apollo 16 (che ebbe dei problemi al modulo lunare in fase di avvicinamento e che rischiò di dover interrompere la missione) e Apollo 17 nel 1974 a concludere il programma messo a punto anni prima dagli scienziati statunitensi: l’ultima missione stabilì nuovi record, quali quello di permanenza nello spazio per raggiungere la Luna e il “giro” più lungo sulla sua superficie a bordo del Moon River (40 km).

di Stefania Martini