Diva-gando

Febbraio 15, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Sono scesa di sotto come una diva, scendendo le scale ripide come l’imperialismo inglese: mid-shot on my legs. Con un paio di valigie devi salirle al contrario, col sedere verso l’alto e le valigie in basso. E trascinarle su. Comunque non era il caso. Io scendevo le scale e ci sono questi sguardi su di me, lo sguardo di un paio di occhi voglio dire, perciò sguardi, visto che ogni occhio vede in modo diverso. Shot di un paio di occhi umani giganteschi attraverso la finestra, tanto per chiarire, come sempre bisogna fare, che questo nostro piccolo mondo moderno è limitato e fragile come una dollhouse, bla bla. Voci offscreen di un giapponese e un inglese… a scelta (di non so chi) parleranno delle costruzioni grammaticali che controllano la formazione delle frasi ma non dei pensieri, o forse anche dei pensieri. Oppure delle case nordiche che non rendono bambole nessuno che non lo sia già. O forse, sì certamente meglio, la conversazione sarà udibile solo in parte, qualcosa come risate e poi “…qui, da solo, al buio?!”

Comunque quando io arrivo in cucina (e qui voglio editing dello shot degli occhi seguito da me sulle scale seguito da me direttamente in cucina) la luce è accesa, mentre sulle scale penombra. Il ragazzo inglese è andato al cesso. Ed è ora che si scopre che il protagonista è Gando, poiché è lui che muove tutta la narrativa e l’intreccio di significati proposto allo spettatore. Gando si sta infilando nel naso uno spaghetto attraverso la bocca aiutandosi con le mani e tirando col naso, finche l’estremità non spunta da una delle narici. Per un po’ gioca a tirare su e giù le due estremità penzolanti dalla bocca l’una, dalla narice l’altra. Poi lo tira via e finalmente respira.

Extreme close-up della mia bocca spalancata in totale paralisi, ancora dimentica di dover respirare.

Gando chiede che ore sono, mi spiega che mentre dormiva si è ricordato di aver visto in TV un indiano fare una cosa del genere e di aver dovuto per forza ripeterlo prima di poter dormire.

Camera pan: l’inglese esce dal cesso semi-sorridente.

Long shot di Gando sul sofà stringendo il piumone come fosse il corpo di una donna. Close-up del viso del ragazzo inglese dal mio punto di vista. Saremo di sopra a letto, io sopra di lui e la camera riprenderà la sua faccia semisorridente come quando è uscito dal cesso. La mia voce offscreen dirà qualcosa sulle radiografie che non ho ancora in mente.

Forse troverò l’idea dentro il naso.

Il Traspiratore – Numero 22

di Viviana Mazza