Der Totmacher: il mostro di Hannover

Aprile 14, 2002 in Spettacoli da Roberto Canavesi

Ventisette omicidi con i corpi delle giovani vittime fatti a pezzi e dispersi nelle acque di un fiume: questa l’inquietante carta d’identità di Fritz Haarmann, il pluriomicida cui si ispira l’ultimo lavoro del Teatro di Genova “Der Totmacher: il mostro di Hannover”, in scena da domani a domenica 21 aprile al Gobetti per la stagione dello Stabile. Un sanguinoso fatto di cronaca che sconvolse la Germania degli anni Venti è alla base della piéce diretta da Marco Sciaccaluga ed interpretata da Jurij Ferrini, Massimo Mesciulam e Massimo Rigo: il copione di Romuald Karmacher e Michael Farin ricostruisce, sulla base del materiale stenografato, il processo che si tenne contro il commerciante tedesco, reo confesso di un’efferata serie di delitti a sfondo omosessuale.

Personalità inquieta e misteriosa, Haarmann era nato ad Hannover nel 1897, ultimo di sei figli, evidenziando da subito gravi disturbi mentali classificati come “pazzia epilettica”: soggiornò prima in una casa di cura, poi in Svizzera e poi ancora in Germania, rimanendo in rapporti solo con la sorella Emma e conoscendo nel 1905 la prigione per cinque anni con l’accusa di furto con scasso. Ritornato nel 1918 nella città natale, iniziò qui la sua orribile serie di delitti cui seguiva la cessione ad un amico rigattiere dei vestiti delle vittime: considerato sano di mente dal professor Schultze, Haarman fu condannato alla ghigliottina il 10 aprile 1925.

Una vicenda che, nel corso dei decenni, ha ispirato artisti e cineasti, come dimostra il film presentato alla Mostra di Venezia del 1997 da cui è tratta la versione teatrale: il velo di mistero intorno alla figura del serial killer è confermato dal fatto che la sua testa è ancora oggi conservata “a scopo di ricerca”.

Der Totmacher: il mostro di Hannover

Teatro Godetti

da mercoledì 17 a domenica 21 aprile

Ingresso a 18,08 euro

informazioni allo 011.5176246

di Romuald Karmakar e Michael Farin con Jurij Ferrini, Massimo Mesciulam e Massimo Rigo: scene e costumi di Guido Fiorato, luci di Piero Nego, regia di Marco Sciaccaluga.

di Roberto Canavesi