Daniele Silvestri al Supermarket

Aprile 9, 2002 in Spettacoli da Gino Steiner Strippoli

30301Nel 1994 ha vinto il “ XIX Premio Tenco” per il miglior album d’esordio: e chi ben inizia è a metà dell’opera, si sa! Da allora ad oggi Daniele Silvestri ha fatto incetta di premi della critica, da Sanremo ’95 in “L’uomo col megafono” ad oggi con il suo ultimo “Salirò”, contenuto nel suo ultimo album intitolato “Unò – duè” (Panama Sonymusic), sesto disco per il cantautore romano.

Silvestri è sempre, da molti anni, un musicista appetito da molti suoi colleghi, tutti lo vogliono insieme sul palco altri lo vogliono nelle collaborazioni in studio, chi lo vuole come autore. Sembrerebbe quasi il ritratto di sessionman apprezzato, invece è il ritratto di un ottimo musicista e cantante. La sua disponibilità e la sua raffinatezza musicale sono state colte in passato da altri artisti come i Bluvertigo, i Subsonica, Fiorella Mannoia (“Al fratello che non ho” e “Il fiume e la nebbia”).

Il suo nuovo “Unò-duè” ha consacrato la bellezza delle sue canzoni d’autore con una miscela di suoni elettronici davvero sorprendenti e freschicn quel tocco di acusticità che lo rendono imediato all’ascolto, senza stravolgere il suo amore per due miti che rispondono al nome di Fred Buscaglione e Paolo Conte. La grandezza di Silvestri è proprio questa: saper coniugare più soluzioni sonore passando da una bossa sudamericana ad un rock dylaniano, con evoluzioni sempre nuove. E’ un artista che non sta mai fermo con le idee. Questa sera Daniele Silvestri sarà in concerto al Supermarket di Torino,in via Stradella, organizzato da Metropolis, inizio ore 21. Un appuntamento da vivere per l’ironicità dei testi di questo cantautore e per le sue musiche accattivanti e divertenti.

Daniele Silvestri e “Unò-duè”: com’è nato?

Diciamo che nasce dalla ricerca di una direzione, unò-duè come a scandire il ritmo di una marcia, una direzione da prendere magari all’interno di più persone, di un gruppo, senza la paura di annullare i propri ideali. Oggi penso che manchi una politica che renda protagonista l’uomo, che lo renda partecipe di un progetto.

Ma è anche un album dedicato a tuo padre scomparso lo scorso anno, con quasi un passaggio di consegne, visto che sei diventato papà!

In effetti nel pezzo “Di padre in figlio” c’è una specie di passaggio di consegne, nato quando ancora non sapevo che sarei diventato padre, ma c’era forse il desiderio di diventare padre. Sai mio padre per me è sempre stato un esempio difficile da seguire ma che ho potuto avere nella bellezza più assoluta.

C’è però in questo album anche la tua voglia di politica, di dire la tua, di scrivere quasi degli inni no global

Dopo i fatti di Genova e dopo la tragedia avvenuta alle Torri Gemelle diventa difficile non parlarne perché questa è l’attualità che ti coinvolge. Ad esempio “Il mio nemico” è nata dopo la manifestazione del G8; pensa che anche il brano “Manifesto” nacque più o meno in questo modo, per me manifestare ha un significato molto ampio, partendo dal mio modo di essere tranquillo, quasi introverso per arrivare all’emozionalità del mio lavoro che mi porta ad esprimermi con i miei pensieri e le mie idee.

Tornando al passato: ma chi è oggi l’uomo col megafono del 2000?

Chi lo sa, chi lo sa che succede…, quella canzone era, un inno, dedicata a chi ha il coraggio di dire delle cose anche quando non è ascoltato, la forza di provare a convincere qualcuno anche usando parole che non sono di moda”. Tu è l’amore, lo specchio di un brano elegante chiamato “L’ autostrada” e di un altro intitolato “Il colore del mondo”. “ Due brani in cui ho pensato alla mia compagna, Simona Cavallari, pensa che “il colore del mondo” l’ho scritta, suonata e registrata in soli due giorni, invece in “l’autostrada” il 5 aprile è il giorno in cui lei è nata.

Una delle tue prerogative nelle tue canzoni è la qualità e la ricercatezza dei suoni

La musica è fatta di suoni oltre che di accordi, col tempo ho scoperto che il suono può influenzare un testo, può interpretarlo, quindi credo sia giusto dedicargli la giusta attenzione, il che non vuol dire diventare maniaci del suono perfetto anche perché la perfezione del suono è qualcosa di molto personale.

Hai mai temuto di essere fischiato?

Si lo temo spesso ancora oggi. E’ il giusto timore credo, anche perché se ti fischiano è perché te lo meriti, quindi devi cercare di non deludere mai le aspettative del pubblico.

La musica per te…

E’ un linguaggio che è anche palcoscenico. E’ un mondo in cui si può comunicare, si può fare arte, si possono ricevere e dare emozioni e in quel senso mi piace esserne sia l’autore che, molto più spesso, il fruitore, visto che ascolto e compro parecchia musica.

di Gino Steiner Strippoli