Dado Moroni e Jazz Tribe: due grandi concerti ai Giarini Reali

Luglio 24, 2007 in Spettacoli da Cinzia Modena

27 luglio. Serata di grande musica con due concerti spettacolari: il primo del TRIBUTE TO MODERN JAZZ QUARTET con il pianista Dado Moroni, ed a seguire i JAZZ TRIBE. I Giardini Reali si apprestano ad accogliere le sonorità dal colore blu di due esperienze musicali differenti: il combo stile Dizzy Gillespie e quelle nate dal crocevia di culture diverse, un po’ blues e un po’ latine.

“La musica di the Jazz Tribe è fresca, eccitante e innovativa. le composizioni sono una sfida ed il risultato di una collaborazione e di una friendship che dura da più di 20 anni. non e’ una salsa band ne una jazz band ma una music band con un nuovo suono”. “Bobby Watson”

“..Se Art Tatum venisse oggi a dirmi che non devo suonare il piano…. lo manderei a quel paese e gli direi che voglio suonare il piano perché mi piace e mi va di farlo. Nessuno ti può dire che cosa devi fare. Ascolta solo il tuo cuore”. “Dado Moroni” (2006, Jazzitalia.net)

dado moroni

  • Una formazione tutta italiana per lo spettacolo “TRIBUTE TO MODERN JAZZ QUARTET” che vede impegnati: Dado Moroni al piano, Andrea Dulbecco al vibrafono, Furio Di Castri al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria. Un esiguo numero di musicisti che in gergo viene detto “combo” e di cui gli “Hot five” di Armstrong, il “Benny Goodman Trio”, il “Kansas City S¡x” di Count Basie ed il Quartetto di Gerry Mullingan sono storici esempi. La formazione che si esibirà venerdì sera, vuole però richiamarsi ad una prestigiosa formazione combo, il “Modern Jazz Quartet”, nato all’interno dell’orchestra di Dizzie Gillespie intorno ai primi anni ’50 ed annoverata negli annali del jazz per la sua longevità, la sua coesione e per l’originalità. Ne facevano parte Milton (M¡lt) Jackson che suonava il vibrafono, uno strumento a percussione non facile da suonare, forse derivato dalla “marimba” (lo xilofono dei latino-americani), e poi perfezionato elettricamente e che è stato lanciato da altri specialisti come Red Norvo e soprattutto Lionel Hampton; John Lewis come pianista e arrangiatore; Connie Kay alla batteria, uno dei primi ad arricchirne gli accessori con parecchie altre fonti di sonorità (triangolo, timpani, campanelli, cembali e altro ancora), tuttavia era ben noto per la leggerenza con cui amava far scaturire dagli strumenti, in piena contro corrente rispetto alla moda dell’epoca di fare assoli “robusti” di batteria: questa peculiarità ne faceva di lui un buon accompagnatore. Infine, completava la formazione Percy Heath al contrabbasso. Il quartetto ha suonato per quasi quarant’anni ininterrottamente e senza cambiare la formazione! Unico altro esempio simile è stato quello di Duke Ellington e la sua orchestra. La chiave di tanto successo? Considerare essenziale la personalità strumentale di ciascuno dei componenti del gruppo.

    Il quartetto italiano che ripropone questo pezzo di storia jazz, è capitanato dal pianista genovese di fama internazionale Dado Moroni. Solo quarantenne, ha inziato molto presto: a 14 anni era già pianista professionista. Nel corso della sua fortunata carriera ha fatto parte del gruppo Mingus Dynasty e del trio guidato dal bassista Jimmy Woode. E’ anche stato il solo italiano invitato da Ray Brown a partecipare ad un famoso disco in cui il grande contrabbassista duettava con i suoi pianisti preferiti.

  • Bobby WatsonI jazz Tribe sono una formazione che ha quasi vent’anni: il loro primo disco risale al 1990 – The JAzz Tribe. é una band che unisce il latin jazz secondo Bobby Watson a sonorità più blueseggianti. LA formazione che suonerà ai Giardini Reali non è quella degli anni ’80: passati dieci anni dall’incisione dell’album la band si è ricomposta ed alcuni elementi sono cambiati. Il risultato è il passaggio da un canonico latin jazz a una forma di sovrapposizione linguistica più originale, nella quale gli elementi boppistici dei temi e della prassi esecutiva dei due fiati in front line sono più spiccati, così come sono più integrati i ritmi afro-caraibici con quelli jazzistici: più che latin jazz, questo è jazz con aggiunta di percussioni e con fecondi inserimenti di forme ritmiche caraibiche (come la guajira di Mantilla’s Jam). con “The Next Step” la Jazz Tribe, rispetto alla precedente prova discografica, ha arricchito il proprio repertorio con una serie di composizioni originali di grande valore, fornite da ogni membro del sestetto, ponendosi, nel panorama del jazz latineggiante, come feconda indicazione di una nuova ricerca nella sovrapposizione del linguaggio jazzistico ai ritmi afro-caraibici

  • INFORMAZIONI UTILI

    venerdì 27 luglio 2007

    TRIBUTE TO MODERN JAZZ QUARTET & Jazz Tribe

    Il concerto inizia alle ore 21,30 nell’area alta dei Giardini Reali (Torino).

    Prezzo dei biglietti 18 euro (posto unico numerato con possibilità di scelta solo nel caso di acquisto in prevendita), ridotti 15 euro (riservato ai possessori di Carta Verde, giovani che non abbiano compiuto 25 anni, persone con oltre 65 anni su presentazione di un documento di identità).

    Dalle ore 20, sarà in funzione la biglietteria ai Giardini Reali per i posti ancora disponibili. In caso di esaurimento dei posti a sedere verranno messi in vendita, la sera dello spettacolo dalle ore 20 sempre presso la biglietteria dei Giardini Reali, 250 posti in piedi (a scarsa visibilità) al prezzo di 5 euro. La prevendita è attiva a partire dal 21 giugno 2007 presso la biglietteria di via San Francesco da Paola 6.

    Info per il pubblico al numero 011/8815.557, info biglietteria al numero 011/442.47.77

    http://www.jazzaicscontromusica.com/

    di Cinzia Modena