Cousteau: la ‘sirena’ dal sapore retrò

Luglio 1, 2002 in Spettacoli da Gino Steiner Strippoli

28801(1)Una band d’altri tempi che sa realizzare suoni malinconici, romantici e profondi. Musica che ha nella profondità delle composizioni e nei toni caldi e bassi del cantato le sue caratteristiche peculiari. Nati nella multietnica Londra al loro primo album hanno semplicemente sbancato. La critica li ha osannati e il pubblico li ha immediatamente amati grazie al sentimentalismo delle loro canzoni con la voce di Liam Mc Kahey delicata e calda a ricordare talvolta il Bowie degli anno d’oro. L’ispirazione alla loro musicalità sembra rieccheggiare la “classicità” di grandi artsiti come Burt Bacharach e Leonard Cohen ma anche i più moderni Smiths.

In concerto amano usare strumenti veri senza campionamenti. Sebbene il loro successo faccia pensare ad un gruppo unito da molto tempo, i Cousteau, in realtà sono insieme da soli due anni e mezzo, come dire che a volte un album maturo non necessariamente nasce dall’affiatamento nel tempo di una band con all’attivo già molti album. Se in questi anni Duemila imperversa la musica elettronica, la musica dei Cousteau è talmente raffinata che fra trent’anni risulterà sempre moderna mentre altre sonorità più tecnologicamente avanzate forse saranno già dimenticate. Proprio in queste settimane è uscito il loro secondo album “Sirena”,un titolo in italiano in chiaro omaggio al nostro paese, anticipato da un singolo che è già un successo “ Heavy Weather” e conferma quanto di buono la band inglese aveva fatto sentire nel loro acclamato esordio.

Il due luglio alla Certosa Reale di Collegno, saranno presenti, con un live show davvero accattivante, alla rassegna Colonia Sonora, organizzata da Radar Metropolis, con inizio alle ore 21.30. I Cousteau disegnano con “Sirena” un nuovo scenario da favola, costruito con l’amore per la grande musica degli anni ’70, per la profondità e il carisma di David Bowie e dei Roxy Music, per la grazia spezzata di Chet Baker, per la vena intimista che dentro di se deve possedere una perfetta canzone, da Nick Cave a Tom Waits. Vere emozioni, veri musicisti, vere canzoni. Davey le scrive, Liam le canta e Joe, Craig e Robin le accudiscono con amore e rispetto. Dal walzer countreggiante con tanto di wha wha che apre il disco “Nothing so bad”, all’intro di tromba in stile “This guy’s in love with you” che apre “(Damn these) hungry times”, dalla sezione fiati targata Stax presente su “Talking to myself” attraverso il Jacquesbrelismo di “No medication”. “Sirena” un album per niente rivoluzionario, ma se l’amore e la grazia possono essere una mezza rivoluzione allora i Cousteau sono dei rivoluzionari che hanno fatto del loro farsi ascoltare la propria arma vincente. E’un album fatto per dare le parole e la musica ai silenzi, parte dal non detto per affermare la magia della musica, la sua dolcezza la sua capacità innata di dare sollievo, emozioni e bellezza. Questi ragazzi sono poeti di note, insomma.

di Gino Steiner Strippoli