Confini è il tema del Salone del Libro

Aprile 27, 2007 in Attualità da Cinzia Modena

Dal 10 al 14 maggio la Fiera del libro aprirà i battenti a Torino e festeggerà i suoi vent’anni. Il tema dell’edizione 2007 sarà “i confini”. Il confine è ciò che segna un limite, e dunque separa, ma insieme unisce, mette in relazione. E’ il limite che bisogna darsi per cercare di superarlo. E’ la porta del confronto con noi stessi e con gli altri. E’ una linea mobile che esige una continua ridefinizione. Un concetto che la Fiera intende appunto declinare nella sua accezione di apertura e di scambio.

Il confine mette in gioco un’idea di polarità, di opposizioni chiamate a misurarsi, a rispettarsi e a dialogare. E allo stesso tempo ci rimanda l’immagine complessa, paradossale e contraddittoria del mondo d’oggi.

Primo paradosso: un mondo sempre più virtualizzato e globale sembrerebbe avere attenuato o addirittura abolito il concetto di separatezza, sostituito da quello di un gigantesco mercato, che consuma ovunque i medesimi prodotti. Eppure i confini cancellati dai mercati ritornano drammaticamente sia nella crescente divaricazione tra Paesi ricchi e Paesi poveri, sia nell’affermazione di esasperate identità locali, opposte le une e altre, che si risolvono in tensioni, conflitti, guerre di tutti contro tutti.

Le divisioni etniche e religiose, lungi dal conciliarsi in un dialogo possibile, scatenano opposizioni sempre più radicali e devastanti, che si affidano al braccio armato dei terrorismi. La miscela di cosmopolitismo, globalizzazione e fanatismi locali produce nuovi recinti e innalza nuovi muri. Di qui anche le diversità tra il multiculturalismo di ieri e di oggi. Se ieri i flussi migratori tendevano a integrarsi nelle società d’arrivo (come nel caso degli italiani d’America), oggi i nuovi migranti tendono a isolarsi nelle grandi città dell’Occidente, in una spirale perversa di frustrazioni e risentimenti. Tipico è il caso di Londra, ma anche di Parigi, in cui i confini d’un tempo si sono trasferiti all’interno della città. Le periferie invadono i centri storici, ma non se ne fanno assorbire, restano delle enclaves.

E’ andato in crisi anche il modello dello Stato-nazione, troppo esteso per assorbire movimenti regionalistici o localistici, e per garantire a tutti una rappresentanza equilibrata. Confini tracciati astrattamente sulla carta geografica, come nel caso dell’Irak, diventano dei contenitori di scontri senza remissione. A sua volta, l’integralismo religioso rappresenta un modello totalitario diverso da quello dei regimi autoritari tradizionali, e impone nuove analisi e nuove risposte.

Le Lectio magistralis, Terra Madre, La Lituania in qualità di ospite d’onore, il Bookstock sono tutti momenti in cui il tema del “confine” verrà esploso, indagato, approfondito e dibattuto sotto più angolazioni e da interlocutori di spessore diverso e provenienze differenti (geografiche o per ambito di attività).

Un caleodoscopio di parole. Un argomento abbracciato da inziative, tante, aperte a tutti. Un tema che rivela come il libro stesso sia senza confine.

di Cinzia Modena