Ciclismo e la classica del Giro delle Fiandre

Aprile 1, 2006 in Sport da Federico Danesi

pozzatoMEERBEKE – Il lungo mese della classiche al Nord comincia con il Giro delle Fiandre. Alla vigilia un logico favorito c’è, come c’era alla Sanremo. Allora Alessanro Petacchi, oggi Tom Boonen.

Un duello che si rinnoverà sui pavè e sui muri belgi, nel quale il campione del mondo parte in vantaggio. Perché conosce perfettamente queste strade, perché qui si è rivelato al mondo la prima volta tre anni fa. Ma soprattutto perché un anno fa trionfò in perfetta solitudine, prima di centrare un clamoroso bis con la Parigi-Roubaix.

Sarà lui il capitano di una Quick Step che comunque ha un altro paio di pedine importanti da muovere. Pippo Pozzato, uscito rinfrancato dalla vittoria alla Sanremo che ha aperto per lui prospettive nuove. E “Grillo” Bettini, che sulle strade liguri avrebbe potuto dominare senza la caduta alla Tirreno-Adriatico e sembra disegnato apposta per un numero nel finale del Fiandre.

Tutti contro la squadra italo-belga, con alcuni dei nostri migliori rappresentanti che hanno le carte in regola per fare bene. Petacchi, abbiamo detto. E’ alla sua prima vera esperienza al Giro delle Fiandre e avrà al suo fianco il fido Zabel. A 32 anni lo spezzino ha scoperto una nuova dimensione, anche se le dure côtes belghe potrebbero risultargli indigeste. Molto più atteso è dunque Alessandro Ballan. Dopo aver infiammato la Sanremo con quell’azione finale che portò al successo di Pozzato, il veneto è in grande condizione e qui un anno fa arrivando sesto scoprì di poter essere con i migliori.

La pattuglia straniera, Boonen a parte, si fa forte dell’eterno Van Petegem, a 36 anni forse alla sua ultima grande occasione in una corsa che ha già vinto. Con lui sicuramente protagonisti sia Hincapie, adattissimo alle corse del Nord, che Hushovd, in eccellenti condizioni.

Saranno 258 i chilometri della prova, con ben 18 salite. Le più suggestive tutte nel finale. Il Berendries, con punte del 14%, il Tenbosse e soprattutto il Muro di Grammont. Qui, per tutti, è semplicemente il “Muur”: 1000 metri con pendenza media del 9% e punte del 20. Difficilmente vince un carneade, e si capisce il perché.

di Federico Danesi