Ciao Vera

Luglio 8, 2006 in Attualità da Claris

La scomparsa della Preside di Architettura è una perdita tanto inaspettata quanto dolorosa per tutti quelli che hanno potuto apprezzarne la persona e l’operato.

vera comoliUn sorriso di Vera, l’ultimo, apre la porta ai ricordi, tanti per tutti i TraspiAmici. L’ultimo sorriso alla fine della premiazione di Sudate Carte 2006, lo scorso 14 giugno, quando ci ha salutati, presissima tra il farci i complimenti (veri, sinceri, sentiti, come sempre) e dirci ‘leggerò Fahrenheit 451’, e tra l’organizzazione di un congresso l‘indomani…

Vera aveva seguito le attività della nostra associazione culturale dall’inizio, in quanto tra le innumerevoli attività, nel ’93, era membro della commissione del Politecnico di Torino per la concessione di fondi per le iniziative a carattere didattico e culturale degli studenti. E proprio nel ’93 abbiamo presentato la prima richiesta di finanziamento per Il Traspiratore, tra l’altro consigliati proprio da lei sulle modalità migliori di organizzazione e spinti dal suo entusiasmo per la freschezza del progetto. Lo stesso entusiasmo con cui ci ha seguiti negli anni, fino all’avventura di giurata nel concorso Sudate Carte.

E intanto lei, VEra Comoli Mandracci, era una donna al comando, una donna che in un Politecnico e in un mondo artistico-istituzionale subalpino da sempre molto ‘maschile’ nei ruoli chiave la vedeva protagonista in molti ambiti. Possiamo citare, tra i tanti, dimenticandone sicuramente molti, Prorettore del Politecnico di Torino dal 1988 al 1997, Preside della Facoltà di Architettura dallo stesso ’97, Direttore della Scuola di specializzazione in Storia, analisi e valutazione dei beni architettonici e ambientali, coordinatore di un dottorato di ricerca e docente titolare di Storia dell’urbanistica. Inoltre era membro della commissione per gli Ecomusei della Regione Piemonte, rappresentava il Politecnico nella Commissione Toponomastica del Comune di Torino, nel Consiglio Direttivo di Torino Città-capitale europea e nell’Archivio Storico Olivetti e svolgeva anche azione di coordinamento nella gestione del restauro del Castello del Valentino, sede delle Facoltà di Architettura.

Purtroppo da ieri siamo costretti ad usare, come tempo verbale, il passato: era, svolgeva, rappresentava…. A volte è sufficiente purtroppo un minuto, una pioggia, una curva sbagliata, il destino. Ed allora addio agli studi sulle regge sabaude, addio alla festa d’inaugurazione di Villa della Regina, addio all’Accademia delle Scienze, alla Reggia di Venaria e al Castello del Valentino che era la seconda casa e per la quae chiedeva, giustamente, più risorse, addio, piccolo piccolo, a noi TraspiAmici che le dobbiamo tanto per lo spirito di calore con cui ci ha appoggiato e ha partecipato ai nostri progetti. A quelli dei ragazzi di Sudate Carte, i cui disegni restano nella nostra mente appoggiati sul tavolone vicino alla presidenza, tutti ben disposti, per essere giudicati, con la lecita curiosità, impossibile da soddisfare, di sapere di chi fossero, ragazzo o ragazza, quello che era arrivato terzo l’anno scorso o un ingegnere nuovo…quello che potrebbe essere il manifesto di una mostra fatta sotto al Salone di Onore oppure una vera opera di grafica di un vero architetto…

Lei che era sempre tra i giovani ed apprezzava le persone aperte, perché lei lo era, i giovani sapeva spronare, guidare e far emergere, Ecco il suo spirito “I giovani mi piacciono molto, dire che li amo sarebbe una bella ‘captatio benevolentiae’ e perciò non lo dico. Ma mi piace molto star dietro alle loro iniziative, favorirle se possibile, guardare con attenzione quegli sprizzi di vita che scaturiscono da occhi attenti e intelligenti, qualche volta sopportare le loro ubbie. E’ così difficile essere giovani, ora come allora. E non mi dicano che basta essere giovani per essere felici. E’ un’idiozia. Far parte della giuria di Sudate Carte significa stare un po’ più vicino ai giovani, cercare di capirli, rubarne un po’ i segreti”.

di Claris