Chieri presenta Giovanni Guidetti

Giugno 29, 2004 in Sport da Enrico Zambruno

Questa mattina, presso la sala “Lattes” del Basic Net Kappa a Torino, la Pallavolo Chieri ha presentato alla stampa il neo allenatore Giovanni Guidetti, la passata stagione al Volley Modena. Alla conferenza hanno preso parte anche il direttore sportivo Roberto Bovero ed il libero Maurizia Borri, che insieme alla centrale Cristina Vincenzi è la prima giocatrice riconfermata per la stagione 2004/2005.

Sono molto felice ed onorato che Chieri abbia puntato su di me – queste le prime parole del neo tecnico biancoblù – è una società con grandi ambizioni, so che si aspetta molto da me e dalle ragazze, ed è giusto che sia così. Tra il sottoscritto e la dirigenza si è creato subito un ottimo rapporto: per la prima volta in tanti anni ho trovato dirigenti veramente appassionati di pallavolo, che la seguono a 360°, andando a guardare le partite di tutti i livelli proprio per il piacere di veder giocare due squadre. Con la città e l’ambiente ho avuto fin da subito un ottimo approccio: sto lavorando in palestra già da due settimane con Vincenzi e Borri, che hanno scelto di fare meno vacanze per potersi allenare anche in questo periodo, ed è un piacere che va al di là delle mie aspettative. Affronteremo nella prossima stagione tre differenti manifestazioni: campionato, coppa Italia e Top Teams Cup, e ci terrei ad essere competitivo su ogni fronte, magari portando a casa un trofeo. Nella competizione europea abbiamo la fortuna che non ci saranno altri ostacoli italiani: ma bisogna sempre fare attenzione alle formazioni straniere, sono imprevedibili.

Felice per la conferma Maurizia Borri, che indosserà la maglia biancoblù per il sesto anno consecutivo: Sarà una stagione ancora piena d’emozione, proprio come quello passata, che ha visto il mio esordio nella categoria: mi sto già allenando in vista di settembre, quando ci saranno i primi impegni tra amichevoli e coppa Italia. Giovanni mi sta seguendo per affinare i miei difetti: l’obiettivo è migliorare, sempre.

di Enrico Zambruno