Catania Live!

Maggio 23, 2006 in Viaggi e Turismo da Stefano Mola

Aci TrezzaUn tempo I Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all’opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev’essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua, e delle tegole al sole

Non sembri banale o paradossale iniziare un pezzo sul turismo nella provincia di Catania citando uno degli incipit più famosi non solo della letteratura di quella terra, ma di quella italiana tout court. I grandi libri ci raccontano sempre qualcosa di noi, in qualunque tempo siano vissuti. Qui sta il fascino e la peculiarità delle storie: la loro orizzontalità, la loro capacità di nuotare sott’acqua attraverso i decenni riemergendoci a fianco freschi come appena sfornati. Le parole di Verga fissano l’uomo al paesaggio e viceversa. Ci dicono di una terra che si identifica con la sua gente, e di una gente che diventa paesaggio, tanto che per spiegarla dobbiamo ricorrere proprio agli elementi della natura. E forse siamo proprio noi, eredi di Pavese e Fenoglio e delle loro colline, i più attrezzati a capire questo legame profondo tra l’uomo e la terra.

Piazza DuomoProvocatoriamente, potremmo parlare di una provincia da leggere. Si perché visitare, fare turismo possono presupporre forme di attenzione più lievi rispetto alla lettura. Qui invece sono così tante le opportunità per i sensi – tutti i sensi – che queste città e queste campagne dobbiamo leggerle, non lasciandoci sfuggire niente. Non a caso, l’APT di Catania ha predisposto un opuscolo agile ma ricco di informazioni Catania, Provincia dell’Etna, Live! che si apre con queste parole: una provincia da raccontare e da ricordare. La dimensione letteraria quindi non è solo un pretesto (e anche se così fosse, non ci sarebbe nulla di male, peraltro): piuttosto, è un programma che parte dal riconoscimento e dalla consapevolezza di una grande ricchezza che è anche culturale, dove la natura stessa si fa narrazione imponente. Cosa pensare davanti alle colate di lava pietrificata che scendono dall’Etna? Non sono forse un maestoso e drammatico bassorilievo?

Questo opuscolo presenta itinerari che toccano tutti gli aspetti, tutte le ricchezze: le strade del vino e dei sapori; la natura tra cielo, terra, acqua e vulcano; la gastronomia; il barocco… Al di là dei piaceri, una lezione di storia che offre un’opportunità di riflessione sull’oggi, sulla tipicità sulle radici. Pensiamo a quanti popoli (gli arabi, i normanni…) hanno contribuito a fare la Sicilia che conosciamo. Ma non sono solo suggestioni: ci sono precisi itinerari, quote di partecipazione, alberghi. Tutto quello di cui si ha bisogno per partire.

Qualcosa di cui essere orgogliosi: e in un certo senso, un compito da assolvere. Ci sono paesi nel mondo che non possono vantare un’unghia delle ricchezze del nostro paese e che stanno sperimentando flussi turistici più importanti del nostro. È retorico dirlo, oppure non è invece necessario rimboccarsi le maniche noi per primi? Ci sembra che l’APT di Catania si stia muovendo nella giusta direzione. Date un’occhiata al sito, e potrete rendervene conto.

di Stefano Mola