Caino ha colpito ancora

Marzo 12, 2004 in Medley da Tiziana Fissore

madridDopo l’undici settembre 2001 è stata la volta dell’undici marzo 2004. Stiamo vivendo pagine di storia tremende. Centinaia di corpi straziati, maciullati, fatti a pezzi. Madrid è stata massacrata, le hanno ucciso i figli che portava in grembo, figli di ogni ceto sociale: uomini d’affari, operai, impiegati, casalinghe, studenti, vecchi e bambini.

A prescindere dal fatto che uno possa aver ragione o meno di protestare per una propria libertà o contro un usurpatore, penso che tutto si possa risolvere con una lotta cerebrale, basandosi sul rispetto dell’individuo, la sua libertà di pensiero, la sua cultura diversa dalla nostra, una lotta cerebrale, fatta appunto con il cervello e non con le nostre passioni; la parola intelligente deve essere la vera arma.

E’ brutto ammettere che, nonostante le lezioni impartite attraverso i secoli, il genere umano non abbia capito niente della sua vera natura e come gestirla. Ancora una volta ha vinto il male, Caino è stato l’assassino ed allo stesso tempo vittima anch’egli, perché ha ceduto all’insidia della negatività latente nella sua coscienza.

Penso che per ottenere una società migliore a cui da sempre l’uomo aspira, si debba insegnare ai giovani (oltre alle materie scolastiche) una nuova e vecchia materia: leggere in se stessi e prendere possesso della propria individualità, nel bene e nel male, il che non vuol dire restare soli bensì portare la nostra fisicità, la nostra presenza nella sua parte migliore e scambiare le proprie idee per prendere energia positiva da altri, in tutta umiltà.

Riusciremmo così a realizzare qui in terra quello che faremo quando entreremo nell’altra dimensione, quella che non vediamo ma che alita in noi, per noi e per sempre. Se riuscissimo a realizzare tutto ciò, daremmo origine ad unica vita, come un bellissimo diamante, la cui luce riuscirebbe ad annullare la tenebra, l’oscurità e quindi il male stesso.

Scusate questo sfogo ma condivido pienamente l’idea di Ernest Heminghway per cui nessun uomo è un’isola, ma un pezzo del continente, una parte della terra. Voglio concludere con una frase famosa:” Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te”.

di Tiziana Fissore