Barboni

Maggio 6, 2002 in Spettacoli da Roberto Canavesi

30646(1)C’è chi li chiama “senza fissa dimora”, chi elegantemente “clochard”, chi “barboni”, tre modi diversi per definire un universo neanche troppo nascosto di umanità che i casi della vita, piuttosto che scelte volontarie, hanno relegato ai margini della società civile: uno di questi, Bernardo Quaranta, era solito abitare le panchine ed i vicoli della Genova vecchia finché un giorno il suo debole fisico non si arrese. Nella valigia che portava con sé trovarono un gran numero di poesie scritte sulla carta igienica o su pezzetti di plastica: da questa premessa anedottica, Pippo Delbono ha tratto lo spunto per il suo “Barboni”, in scena al Gobetti da stasera a domenica 12 per la stagione dello Stabile.

Artista di grande sensibilità ed intelligenza, Delbono costruisce uno spettacolo con protagonista un’accolita di emarginati e disadattati conosciuti in gran parte in un seminario nel manicomio di Aversa: con l’inseparabile Pepe Robledo, fuggito per non ingrossare le fila dei desaparecidos argentini, troviamo Bobò, sordomuto microcefalo ora concesso in affidamento alla Compagnia dopo 45 anni di internamento, o Mister Puma che balla su una musica che lui solo può sentire nelle cuffie. E poi la ballerina dalle lunghe leve e quella tarchiata e grassottella che ballano scatenate esibendosi in un numero di lotta con un arbitro mingherlino: ognuno dei personaggi è in scena per raccontare qualcosa attraverso numeri elementari di grande suggestione e dolcezza, talora aiutandosi con un testo scritto da un vero barbone. Un po’ Chaplin, Beckett o Fellini, una deliziosa parentesi di teatro e poesia accompagnato dalle note di De Andrè o di un’improbabile La vie en rose cantata da Louis Armstrong.

Barboni

Teatro Gobetti

dal 7 al 12 maggio 2002

Orario: feriali alle 20.45, festivi alle 15.30

Informazioni: 011.5176246

di Roberto Canavesi