Attacco frontale

Febbraio 15, 2002 in il Traspiratore da Meno Pelnaso

Cari amici, il naso gocciola? Lo starnuto incombe? Gli occhi lacrimano? I fazzoletti si sprecano?

È forse un freddo inverno battuto dai gelidi venti del nord che sferzano il viso, unico lembo di carne scoperto in balia degli avversi eventi atmosferici?

No!

…è allergia!

Crudele quel destino che costringe una gran parte d’umanità a soffrire d’estate le pene che la gente normale, alle volte, è costretta a patire d’inverno.

Già, infatti non è detto che si debba prendere il raffreddore tra novembre e febbraio, è invece garantito che quello “da fieno”, con teutonica precisione, mieterà le sue vittime tra aprile e luglio, senza lasciare scampo.

Ed ecco allora eserciti, senza armature, né cavalcature, né scudi, di uomini, donne e bambini dai nasi gocciolati ed arrossati, dagli occhi semichiusi e lacrimosi, armati in modo approssimativo con “fazzoletti-spada”, muoversi in schiere più o meno disordinate, senza un condottiero che ne faccia serrare le fila, impegnati nel claudicante assedio di “farmacie-Gerusalemme”, alla disperata conquista del sacro “antistaminico-Graal”, in quelle che sono le annuali crociate contro i “pollini-infedeli”.

Non ci sarà perdono, indulgenza, promozione o gloria per chi soccomberà in battaglia. Per il combattente che si accascerà esanime sul campo, i verdi e rigogliosi pascoli del cielo ricoperti di fiori non saranno un’attraente prospettiva.

Il polline abbandonerà comunque, prima o poi, la pugna e forse darà l’impressione di aver perso la battaglia, ma alla lunga la guerra non avrà mai fine. Non importa se le schiere di combattenti aumenteranno, le truppe fresche non potranno comunque portare aiuto a coloro già da tempo coinvolti in battaglie senza quartiere.

È una guerra dei singoli, ciascuno contro una moltitudine selvaggia ed inferocita.

Non è una guerra di trincea.

Non è una guerra di posizione, dove il nemico si fronteggia a viso aperto, fieri e leali ad armi pari.

Sono blitz crudeli, atti di terrorismo violenti e vigliacchi, che colpiscono quando uno meno se lo aspetta, durante un concerto di musica da camera se siete musicisti, nell’attimo della partenza se siete piloti di formula uno, durante una dichiarazione d’amore se siete innamorati, durante un volo a bassa quota se siete piloti d’aereo, durante una passeggiata sul filo senza rete se siete equilibristi.

Non serve guardarsi le spalle, il colpo verrà vibrato all’improvviso, quando si è distratti, quando si è più in difficoltà, quando potrà fare il massimo danno.

Non serve spegnere la luce ed oscurare finestre e fanali, il nemico è dotato di mezzi che gli consentono di colpire anche al buio e da qualunque direzione, senza bisogno di riferimenti.

Il nemico non dimostra eroismo, non ha onore, non fa distinzione di sesso, censo o età, non segue le regole del combattimento romantico e cavalleresco.

Il nemico sfrutta la forza del gruppo. Non dà importanza alle perdite, i caduti saranno presto rimpiazzati da truppe ancora più numerose e più agguerrite.

Non pensate di poterne sfuggire, supponendo che la cosa non vi riguardi. Prima o poi potreste esserne coinvolti vostro malgrado.

TACI! Il nemico è ovunque e ti ascolta… e, se riesci, non respirare!

Il Traspiratore – Numero 34

di M. Pelnaso