Allarme alla cittadinanza: rientrato?

Giugno 6, 2002 in il Traspiratore da Redazione

I sospetti si cristallizzano, si rafforzano. Potenti lobby si mettono in moto e orchestrano affinché nessun barlume di verità venga a galla. Mesi fa, su questo stesso giornale, mettemmo a repentaglio le nostre vite pubblicando un pezzo scottante; ma nostro dovere era informare, con i pochi dati a nostra disposizione. Non ci fermammo, e arrivò anche on-line il pezzo “Allarme alla cittadinanza”. Da allora, ne abbiamo le prove, il nostro sito fu messo sotto controllo, ogni accesso registrato, archiviato, e successivamente controllato, alla faccia della privacy. Sicuramente ci ritenevano un pesce piccolo, non troppo pericoloso. Il continuo successo di Traspi.net però portò i congiuranti a modificare la loro tattica.

Quando ipotizzavamo sul reale scopo di tante bottiglie di plastica sottratte al mondo del riciclo del Pvc, dovevamo esserci avvicinati di molto alla supposizione esatta. Da quella settimana, infatti, ci siamo ritrovati strani cookies nella cache del nostro sito, rallentamenti sulle linee di collegamento, strane polverine sulle missive indirizzate alla redazione del Traspiratore. Fummo colpiti dal virus Nimda, dalla rana Budweisser e dall’orso Yoghi, notoriamente pacifico.

Intanto si consolidava nell’opinione pubblica la certezza che le bottiglie per strada fossero il miglior antidoto alla diuresi dei pelosi ed invadenti cani da appartamento. Ognuno, in giro per il mondo, si scopriva imparentato con qualche antesignano praticante l’ancestrale rito: “Ma sì, mio zio di Moncucco…”, “Ricordo quando mia bisnonna…”, “E’ stato per lunghi anni un segreto della mia famiglia…”. Nessuno poi si accorgeva che i cani non solo continuavano a pisciare contro la casa, ma spesso sbeffeggiavano le simpatiche bottiglie irrorandole con i loro liquidi. La gente può credere veramente a qualsiasi baggianata.

Poi è arrivata la notizia sicura, certa, vera, rincuorante. Rimanendo uno zoccolo duro di scettici alla proposta dell’anti-canino, si passò a quella dell’anti-felino. In pompa magna, in sede ufficiale e per bocca di un esimio professore della comunità scientifica, fu spiegata la corretta storia delle bottiglie lungo i marciapiedi. A colazione, al programma di divulgazione scientifica “Uno mattina”, uno scopritore di leggende metropolitane presentò la situazione dei fatti.

L’usanza delle bottiglie nasce in Scozia. Gli abitanti del luogo, importunati dalle volpi e dalle loro scorrerie nelle proprietà, usano riempire a metà delle bottiglie, che vengono poi lasciate, si badi bene, aperte al di fuori delle case. Essendo le Highlands una zona molto ventosa, la brezza che spira ad ondate si insinua nel contenitore (tendenzialmente vitreo), procurando un sibilo di diverse tonalità, in grado di spaventare le volpi che in definitiva si allontanano terrorizzate.

Bottiglia di vetro, aperta, riempita per metà d’acqua, in zona ventosa, per le volpi. Situazione ben diversa dall’antiestetico plasticume delle nostre vie.

Dotati di un cervello e di senso critico, non possiamo farci prendere all’amo nuovamente. Via, non crederete veramente a questa fandonia para-scientifica?

Con chi credono di avere a che fare questi cospiratori? Sappiamo bene come vanno queste cose, abbiamo visto tutti X-files. Gridiamo a gran voce il nostro dissenso all’essere colonizzati da una razza aliena. Diciamoglielo in faccia il nostro diniego all’essere complici o cavie di esperimenti cruenti sui nostri organismi. Non crediamo alla prima storiellina che ci tirano fuori. Ricordate: non fidatevi di nessuno. Tantomeno degli uomini vestiti di nero. (E dei mitomani.)

Il Traspiratore – Numero 36

di D. Sirio