A tavola con gli zar

Luglio 2, 2001 in Libri da Gustare da Stefano Mola

Dada Rosso, “A tavola con gli zar”, ETM Editore

24493(1)A tavola con gli zar… vengono in mente inquadrature di film espressionisti, occhi spiritati in primo piano (“l’occhio della madre!”, “il montaggio analogico!” suggeriranno immediatamente i fantozziani doc) e tavole immense dove tutto si mescola, il banchetto di Natale di Ivan il Terribile (non vi posso citare la pagina perché le pagine del libro non sono numerate), non solo cibi, ma piatti che sono opere d’arte di orafi, pensiamo alle uova di Fabergé , e magari non solo cibi, cibi eccessivi, come può non essere regola l’eccesso in un paese così grande, anche tradimenti, drammi, editti che poi scivolano via dalle finestre e si diffondono per la grande pianura fino a raggiungere le grandi montagne, e dalla grande abbondanza, raggiungono infine la grande fame.

La grande fame… l’eccesso che si fa dramma nella storia del popolo russo, come elemento di continuità, allora ecco la grande poetessa Marina Cvetaeva, che in una cantina buia cerca di staccare a mani nude dal mucchio le patate congelate, fin quando le mani non rispondono più e la calca di altre donne dietro incalza, il sacco si rompe, cerca di riannodarlo a fatica… e l’eccesso diventa necessità se vogliamo dare questo nome alle 1113 ricette di Gulnara Suleimanova, 1113 modi diversi di cucinare la patate, per la penuria di altre materie prime negli anni del comunismo. Ed allora il tam tam delle notizie, improvvisamente sono comparse le banane in via Gorkij, allora precipitarsi e poi ingolfarsi nella bonaccia della coda, che “striscia come un mostro dai 100 piedi, contento di poco, appagato di nulla”, come dice il poeta Baltrusaitis, ma non una sola coda, tre code, la coda per visionare il prodotto saperne il prezzo, ordinarlo, la coda per pagare, la coda per avere finalmente la merce, 65 miliardi di ore uomo di coda all’anno, secondo l’economista Otto Latzsis.

24750E ancora la vodka, il tè, il pane, il pane dell’ospitalità, offerto all’ospite su un asciugamano decorato, le pentole chiuse col lucchetto all’epoca staliniana delle cucine comuni negli appartamenti in condivisione, i negozi dell’opulenza riservati alla nomenclatura…

Tutto questo possiamo trovare in “A tavola con gli Zar”: scivolando in modulazione continua da un tema all’altro, in paragrafi brevi, ricchi di citazioni di poeti, economisti, viaggiatori, inframmezzati dagli eleganti disegni di Costanza Palladini, Dada Rosso ci fa assaggiare le contraddizioni, le tradizioni, le povertà e le ricchezze del rapporto tra questo grande paese e il cibo.

E per chi avesse ancora voglia di Russia, sempre sulle pagine del Traspi, potete anche trovare la recensione di “Babylon”, Viktor Pelevin e “Imperium”, Ryszard Kapuscinski (in quest’ultimo, una drammatica e agghiacciante descrizione della grande fame che ha devastato l’Ucraina al tempo di Stalin).

Se qualcuno volesse cimentarsi in ricette russe…

di Stefano Mola