A mia madre piacciono le donne

Novembre 1, 2007 in Cinema da Redazione

a mia madre piacciono le donneTre sorelle si trovano riunite a casa della madre, per festeggiare il suo 60° compleanno. In tale circostanza, Sofia, famosa pianista, annuncia alle figlie di essersi innamorata, dopo una lunga separazione dal marito. Il fidanzato è una donna e si chiama Eliska, una giovane e famosa pianista ceca, coetanea delle figlie, che studia grazie ai soldi di Sofia.

E’ questo l’incipit con cui esordiscono nella regia del lungometraggio Daniela Fejerman e Ines Paris. Una regia e una sceneggiatura in coppia rosa.

Nella delirante avventura di separare le due amanti emergonono le “semplici” difficoltà del vivere quotidiano, dell’accettazione di sé e forse anche della capacità di fare scelte consapevoli indipendentemente dal resto del mondo, del difficile rapporto con la famiglia, del rapporto conflittuale con gli uomini, del complesso d’inferiorità, dell’essere adulti insomma. E tutto questo con un titolo così provocatorio, anche a costo di non renderlo un film trasgressivo di amori gay e di far passare in secondo piano le ripercussioni che la rivelazione di un rapporto omosessuale può avere all’interno di una famiglia moderna.

a mia madre piacciono le donneNon manca un flashback rievocato da una foto in bianco e nero che ritrae la famiglia in un momento di felicità e che si contrappone allo sgomento per l’arrivo di Eliska. Né i riferimenti culturali che giungono dal padre colto: i nomi delle tre ragazze, Elvira, Jimena e Sol, i nomi delle donne del Cid, e alcuni piacevoli versi di Saffo recitati da Elvira e dal padre.

Nel segno di Almodovar il titolo anticonvenzionale, la storia e i personaggi trasgressivi e i colori spagnoli. In questa commedia meno graffianti e innocuamente incapaci di infastidire.

Alleniana è invece Elvira (Leonor Waitling), personaggio nevrotico, goffa, insicura su tutto, persino sulla propria sessualità nel momento in cui scopre l’omosessualità della madre. Eppure è lei il motore della storia.

Brillante e frizzante l’interpretazione dell’attrice che ha recitato anche in “Son de mar” di Bigas Luna, “La mia vita senza di me” di Isabel Coixet e “Parla con lei” di Almodóvar, uscito in Spagna in contemporanea con questo.

Alcune curiosità.

All’inizio e in numerosi altri punti del film è stata usata per le riprese una telecamera a mano in grado di comunicare allo spettatore lo stato confusionale in cui talvolta si perdono i personaggi durante la storia.

La canzone rock, che Sol dedica alla madre ed alla sua nuova fidanzata dal titolo “A mi madre gustan las mujeres”, è cantata realmente dall’attrice. Resta un mistero il perché la distribuzione italiana non abbia sottotitolato la canzone.

Il film è stato premiato come miglior lungometraggio alla XVII edizione del ToGay 2002 con il “Premio Ottavio Mai” “per la qualità cinematografica, per i personaggi intensi e credibili, per aver rovesciato la tradizionale visione delle dinamiche familiari attraverso un insolito coming out, per la capacità di legare generazioni, classi e nazionalità differenti dando valenza politica a una commedia romantica senza abbassare il livello del divertimento (grandiosa la canzone!)”. Per chi non lo sapesse, il ToGay è il festival del cinema gay di Torino, giunto quest’anno alla XXII edizione.

La battuta pronunciata nel film “o ti butti in piscina o rimani a guardare gli altri che nuotano” è certamente banale e ovvia ma sempre attuale.

di Giusy Sculli