“Nu Jazz” all’Hiroshima

Ottobre 21, 2003 in Spettacoli da Cinzia Modena

doctor jazzGiovedì 16 ottobre l’Hiroshima Mon Amour (via Bossoli 22, Torino) ha ospitato una NU Jazz band torinese: i Doctor Jazz’s Universal Remedy. Il gruppo è conosciuto a livello europeo per le performance live e la partecipazione in diverse compilation all’insegna della Fusion.

I Doctor Jazz’s hanno proposto in anteprima al pubblico il loro album d’esordio (Release 1.0), inserendo nella scaletta anche cover di celebri brani quali “Heart of Glass” (dance anni ’70) o “The man I love” (un classico del Jazz anni ’50 interpretato dalle più famose voci femminili come Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Billie Holiday e conosciuta anche nella versione di Frank Sinatra) in una rilettura esclusivamente Fusion.

Quattro gli elementi del gruppo: Dr.Marcus, tastiere e programmazione; Dr. Delavie, elettronica e mixer; Miss Loulou, voce; Dr Blade, sassofono. Ha arricchito la performance del gruppo la partecipazione di Max Carletti, chitarra elettrica.

Il concerto, durato un’ora e mezza, è stato ottimamente supportato dall’Hiroshima sia per la qualità del suono, sia per la scenografia. Filmati multimediali hanno accompagnato tutta la performance del gruppo: un’alternanza di colori, parole e immagini, animazioni psichedeliche totalmente in chiave anni ’70, hanno fatto da sfondo e assecondato il ritmo incalzante dei brani proposti, ben interpretando lo spirito del gruppo.

Un pubblico eterogeneo (dai 20 anni agli over-quaranta) ha accolto con calore i Doctor Jazz’s sin dal primo pezzo, “Milt Shake”. Sarà stata la base familiare del pezzo d’apertura, che ha introdotto la platea nell’atmosfera NU Jazz della serata attraverso una porta d’accesso per così dire ‘agevolata’ o familiare, sarà stata l’ambientazione ricreata dall’Hiroshima con la scenografia, ed infine, sarà stata la semplicità, l’amore per la musica e per l’esibizione dal vivo che ha comunicato la band durante tutta la serata, la risposta è stata un notevole coinvolgimento da parte del pubblico, che si è lasciato trasportare sin dalle prime note, brano dopo brano, in una dimensione leggera, ritmata e raffinata.

Alcuni ingredienti che hanno arricchito lo spettacolo: i duetti sax-chitarra o chitarra-basso, gli assoli di Mr Blade (sax) ad esempio in “First man then machine” e di Max Carletti (chitarra elettrica); l’alternanza e fusione di bassi, mixer, tastiere, chitarra, sax, batteria; la splendida voce di Miss Loulou: le parole vanno oltre il loro significato e diventano suoni che si inseriscono con armonia nell’esecuzione dei brani.

I Doctor Jazz’s U.R. hanno comunicato sul palco una vera passione per la musica, il piacere del dialogo con il pubblico e mostrato un alto grado di professionalità, a partire dalla padronanza degli strumenti e del genere musicale: alcuni componenti, tra i quali Dr. Marcus, che è anche produttore insieme a Dr. Delavie, suonano insieme da almeno 25 anni e quasi tutti hanno partecipato a diversi progetti, aventi tutti quanti uno stesso denominatore comune: la Fusion.

Nell’ascolto dei loro brani si potevano cogliere molte tracce di incursioni in territori diversi, l’assorbimento e traduzione di sonorità differenti tra loro in quelle tipiche del NU Jazz.

Da segnalare: “Vixen”, “Seven reasons why” o “Because of you”, ma la qualità dell’esecuzione ed il piacere nell’ascolto durante tutta la performance sono stati tali che l’indicazione ha un alto grado di soggettivà.

Per chi avesse perso il concerto all’Hiroshima ma volesse avvicinarsi al gruppo e conoscere la loro musica, in attesa della loro prossima esibizione, è già disponibile il loro CD (12 brani, 15 euro), pubblicato sotto il marchio della Wellington & Sons. Il CD offre un’elevata qualità del suono e ripropone molte delle atmosfere che sono state create sul palco, al suo interno è stato inserito un elegante libretto di immagini in bianco e nero. Interessante è il loro sito Internet, www.doctorjazz.dj: molto curato sotto l’aspetto grafico, offre diversi canali attraverso i quali approfondire la produzione musicale della gruppo, ad esempio a quali compilation hanno partecipato, ascoltare alcuni dei loro pezzi migliori, interagire con loro via e-mail.

di Cinzia Modena